2Hurt – On Bended Knee – Lostunes Records (2014)
In occasione dell’uscita del loro quinto album “On Bended Knee”, incontriamo il gruppo romano dei 2Hurt, interpreti di un suggestivo folk rock di matrice psichedelica, nati nel 2009 dall’incontro tra il frontman Paolo Spunk Bertozzi, già chitarrista e fondatore del gruppo punk Fasten Belt, e la giovane e talentuosa violinista Laura Senatore. Abbiamo già avuto modo di apprezzarne le notevoli doti durante il concerto tenuto all’Init il 22 novembre scorso dove, accompagnati dagli altri membri che nel corso del cammino si sono affiancati a questo progetto, presentavano “Mexico City Blues” album interamente strumentale ispirato alle liriche di Jack Kerouac. Il nuovo lavoro invece ritorna ai testi e rappresenta una summa di tutto il loro percorso. A partire dalla prima delle 10 tracce del disco “Tonight I’ll let you know” bellissima e struggente ballata acustica per soli chitarra e violino, apripista di vere e proprie cavalcate elettriche che ci accompagnano in un paesaggio onirico, allo stesso tempo inquietante e romantico, dove la voce ruvida e sofferta di Bertozzi è perfetta nel raccontare di storie maledette e introspettive, interagendo con la dolcezza malinconica del sound che scaturisce dal violino della Senatore e da tutti gli altri strumenti.
Un progetto nato da due realtà diametralmente opposte. Come è nato? Un cenno sulle origini?
Paolo: Si, due realtà opposte ma vicine, soprattutto nell’interpretare la musica con sensibilità pur partendo da territori distanti come il punk che suonavo io e la preparazione classica di Laura. Ci siamo conosciuti in un locale e parlando lei disse che suonava il violino, e io che avevo alcuni brani che sarebbero poi finiti sul primo ‘Words In Freedom’ le chiesi se voleva ascoltarli e magari aggiungere il suo strumento. Tutto è nato così era il 2008 e abbiamo iniziato a suonare in duo acustico in piccoli club e intanto registravamo. Io per la prima volta cantavo e scrivevo testi e Laura costruiva armonie bellissime che davano gentilezza e profondità ai miei pezzi.
Laura: Un incontro meraviglioso! Da anni suonavo molti generi in un certo senso distanti da quello che avevo studiato per anni e soprattutto dai miei ascolti, la musica classica sino ad allora era stato il fil rouge della mia musica. Ma conoscere Paolo e la sua sincerità compositiva mi aveva travolto… iniziammo a suonare pezzi che lui aveva nel cassetto, con una spontaneità per me unica, e da lì iniziò una produzione fittissima: lui scriveva e mi proponeva ogni volta brani nuovi, e io senza preoccuparmi poi molto del risultato, inserivo su quelle strutture in parte già determinate il mio modo di suonare, appunto istintivo ma soprattutto emozionato! Un approccio sincero alla musica che cercavo da anni, e finalmente avevo trovato grazie ad una persona ad oggi amica in modo assolutamente prezioso!
Strada facendo il duo è diventato un numero importante. Ma ciò che trapela dall’ascolto del disco è un’armonia unica, indice di grande sintonia.
Laura: La sintonia è la cosa più importante quando si suona insieme, altrimenti non ha alcun senso! Improvvisare, cosa per me sino ad allora piuttosto difficile, cominciava ad essere l’aspetto più divertente, e forse anche la mia cifra stilistica all’interno di quella che oramai è una band a tutti gli effetti, familiare e consolidata! Ciascuno di noi ha la propria personalità e la mantiene, nessuno prevalica i gusti degli altri, nessuno decide per tutti. Questo è ciò che mi rende più felice in assoluto!
Le liriche parlano di amore, abbandono, sofferenza, suicidio. Ma senza traccia di rassegnazione, piuttosto di rivalsa. Quanto c’è di autobiografico in tutto ciò?
Paolo: Sono felice tu mi chieda dei testi e rispondo che sicuramente quello che scrivo è frutto delle mie emozioni. Alcuni sono riferiti a me, non tanto in senso personale quanto come visione di quello che ogni giorno assorbo, vedo, leggo. Due testi possono definirsi autobiografici e sono ‘Without affection’ e ‘Find my way back home’ entrambi anche se diversi nei contenuti, riferiti a un periodo interminabile durato anni nel quale ero praticamente finito in un vicolo cieco e non riuscivo a uscire da una ‘depressione maggiore grave’.
L’accostamento ad una musica propria del continente USA vi ha portato già in passato ad avere visibilità nello scenario internazionale con numerosi riconoscimenti e collaborazioni importanti. Come intendete muovervi per il lancio di questo nuovo lavoro?
Paolo, Marco, Roberto, Giancarlo, Laura: Abbiamo una distribuzione a livello europeo con una etichetta tedesca ‘Cactus Rock Records’, abbiamo avuto una richiesta di distribuzione da Nail Distribution U.S.A e stiamo valutando come collaborare e avere controllo vista la distanza. Per l’Italia abbiamo come sempre Goodfellas. Siamo stati invitati a suonare già diverse volte all’estero e speriamo di avere l’opportunità di fare un piccolo tour in Germania dove siamo molto apprezzati. Abbiamo già saltato due volte ma spero la prossima primavera di andare e risolvere problemi che frenano un po’ tutti noi per questioni di tempi e lavoro. In Italia abbiamo alcune data che poi confermeremo più avanti. Per quanto riguarda la prima presentazione live del disco avverrà Venerdì 7 Novembre nel locale che ormai consideriamo ‘casa nostra’, l’INIT Club di Roma. Ed abbiamo deciso, come meditavamo da tempo, di far uscire il disco anche nella versione vinile!
È il secondo disco dei 2Hurt targato Lostunes Records, la vostra etichetta personale. Un altro progetto importante.
Paolo e Giancarlo: La Lostunes Records nasce principalmente per questo, avere il pieno controllo del lavoro che si compie e poter muoverci in assoluta libertà, sia per quanto riguarda i lavori in studio che le esibizioni live. Nata da un anno e mezzo solamente, la nostra etichetta può vantare nel proprio catalogo uscite importanti (oltre al nostro Mexico City Blues, ‘Party of One’ di Van Christian, ex Green on red e Naked Prey) e questo ci inorgoglisce. E per il futuro stiamo sondando vari terreni sui quali investire la nostra passione. Sempre su percorsi vicino al rock americano ed alla psichedelia. E siamo vicini ad un altro ‘colpo’!
Le ultime parole spendiamole per l’originale artwork del cd.
Paolo e Giancarlo: La parola originale ci fa molto piacere! La front cover è riferita espressamente al titolo del disco, col nostro Paolo ‘On bended knee’ sulla sua Telecaster. Una copertina (che può vagamente ricordare ‘London Calling’ dei Clash) che vuole anche trasmette la natura quasi live del nostro disco (come specificato nella pagina interna) con diverse sessioni registrate in diretta. Una attitudine che ci piace molto e che consente di creare un feeling diverso nelle registrazione. Una splendida immagine di arte ‘astratta’ completa il tutto, come è nello stile proprio delle copertine dei 2Hurt. Insomma, un lavoro divertente e nello stesso tempo di grande importanza.
Intervista di Claudia Giacinti.
Paolo Spunk Bertozzi Guitars, Voice – Laura Senatore Violin – Roberto Leone Guitar – Marco Di Nicolantonio Drums – Giancarlo Cherubini Bass
Ascolta il singolo “Painful Memories”
Ascolta il singolo “Revenge Burns Under The Sun”