She Rocks! – Giornaliste musicali raccontano: Alessandra Izzo 2020 Vololibero Edizioni , pagg 128 prezzo 15 euro
Alessandra Izzo torna con la sua terza fatica letteraria, una testimonianza di passione ed amore verso la musica, e verso il rock. Esperienza, sogno, visioni si fondono nei singoli racconti, straripando poi in un insieme scoppiettante. La Izzo viaggia magistralmente, assieme alle sue compagne di viaggio, nelle pagine indelebili della musica, portando (e riportando) a conoscenza del lettore il mito della musica rock degli anni ‘70; un periodo che, nonostante la critica voglia necessariamente confinato nella voce dei ricordi, torna squillante nei nostri giorni, e con la medesima energia! E tutto questo, grazie ad una passione tutta al femminile!
Leggendo “She rocks” si ha l’impressione di ascoltare un’opera polifonica, come una melodia composta da tanti suoni differenti, come le voci delle protagoniste da te intervistate. Come ti è nata questa idea?
Ma grazie! Che bel modo di iniziare un’intervista. Polifonia…mi viene subito in mente il mio mentore, Frank Zappa. L’idea mi è venuta poco più di un anno fa, ma in realtà già qualcosa mi frullava in testa dagli anni passati. Ancor prima di scrivere i primi due libri. Troppe volte mi è capitato, sia qui che all’estero, di sentire dire…il rock è una roba da uomini.
Beh, non è così e spero che nel mio piccolo lo abbia dimostrato sia con la mia storia personale, sia attraverso i racconti delle donne da me intervistate in questo libro.
Il significato del titolo del libro, e la sua genesi…
Inizialmente avevo dato come titolo “Le Signore del Rock”, ma avendo avuto la fortuna di incontrare un editore intelligente e con un team molto cool alla fine mi hanno detto…She Rocks, ti piace? Le Signore del Rock può essere fuorviante.
Wow, mai mi sarebbe venuto in mente. Geniale. Per quanto riguarda la genesi, è stato tutto abbastanza fluido fin dall’inizio anche se, ad oggi, avrei dato spazio a che dimostra più gratitudine nella vita. Ma non dirò altro.
Qual è per te il ruolo delle donne nella musica, e nel rock, rispetto al genere maschile. In cosa risiede, per te, la loro forza ed abilità?
Nell’amore per la musica e il loro lavoro, e poi, diciamo la verità…incontrare rockstar è molto eccitante, stimolante, è glam. Non a caso ci sono le groupie per la musica e non per il cinema o il teatro!
Sfogliano i vari capitoli, ad accomunare tutte le protagoniste, è la percezione della musica come percorso interiore. Una di loro però va oltre: Betty Senatore sogna di intervistare Beethoven, genio del suo temo. Secondo te la musica ha un solo dna?
La musica è sicuramente anche un percorso interiore e molto curativo. Di questo ne sono quasi certa al 100%. Beh, la Betty ovviamente sogna il Genio com’è giusto che sia pe runa come lei che vive a pane e musica. No, per me la musica non ha un solo dna, sarebbe un po’ riduttivo. Mio parere molto personale.
Alessandra Sacchetta sostiene di aver ereditato l’amore per la musica da una vita precedente: credi che la musica possa davvero valicare i confini di spazio e tempo?
Assolutamente si, ma questo non solo la musica. Comunque sono d’accordo con Alessandra.
Hai rivolto a tutte la medesima domanda, ed ora la rivolgo io a te. Il rock è davvero morto?
No, e mai morirà. È morto un vecchio concetto di rock, ma non la musica rock. Magari con delle inclinazioni diverse, ma il rock è vivo e vegeto. Basti pensare ancora alla forza che hanno quei nonni degli Stones. Scherzi a parte, il Rock è un modo di essere e sentire la musica.
Il capitolo in cui racconti la tua esperienza si intitola “Stregata dalla musica”. Guardando al presente, chi ti ha stregata nel nuovo millennio?
Amy Winehouse senza il minimo dubbio mi stregò. È stata a mio avviso l’unica che si era accostato al mito, Janis. Ma anche Beth Hart, voce che spacca e arriva dritta al cuore, Terez Montcalm, Florence Welch. E poi, si, ci sono delle band che mi piacciono, vedi i Giuda (energia pura) ma in linea di massima sono un po’ ancorata alla musica degli anni passati.
Ti propongo un gioco: se le protagoniste del tuo libro fossero una canzone, quale rockstar potrebbe cantarle?
Compresa me? Ah ah…Bruce, il Boss!
I tuoi progetti futuri?
Tanto teatro (appena finita la tragedia Covid-19), testi sulle donne, altro testo teatrale scritto da me che avevo nel cassetto da anni che finalmente vede la luce, un cortometraggio per il cinema, e poi il quarto libro. Credo che stavolta sarà il mio primo romanzo. Ma chissà…magari una volta ancora mi farò stregare dalla musica.
Fai un saluto rock ai lettori di Slowcult…
La vita è bella e “stay rock” sempre!
recensione e intervista di Aurora Marolla