Valerio Lazzaretti – I RIBELLI DELLA COLLINA. Biografia di una banda di punk (Roma, 1980 – 1987)
Red Star Press – Collana Hellnation Libri – ed. 2021 – pp 512
Essere punk. A ridosso degli anni di piombo. Nel quadrante Nord della capitale. Da questi punti focali si dipana il voluminoso ed autobiografico racconto di Valerio “Iguana” Lazzaretti, archivista, militante della prima ora nonché tuttora parte attiva della scena punk hardcore romana e già autore del volume dedicato all’omicidio Verbano (Valerio Verbano. Ucciso da chi, come, perché – Ed. Odradek 2011).
Questo suo secondo lavoro è a tutti gli effetti un memoriale di vita vissuta in prima persona, dove chiunque abbia attraversato quegli anni può riconoscersi in esso, anche e soprattutto per la dettagliata descrizione degli eventi di cronaca che hanno caratterizzato il periodo storico e che, a detta dell’autore, hanno contribuito a far nascere una consapevolezza critica in quel manipolo di giovani ribelli della “Roma bene” (qui da intendersi a livello prettamente geografico) e a prendere le distanze, in maniera netta e decisa, dalla corrente di pensiero borghese e destroide del quartiere di appartenenza.
Introdotto dalla bella prefazione/tributo di Simone Lucciola, a sua volta elemento cardine dell’underground, il libro mette subito in evidenza la memoria impressionante dell’autore grazie alla quale riesce a fare di questo lavoro una vera e propria testimonianza storica non solo di eventi di cronaca, ma anche di location, gruppi, concerti (comprese le dettagliate setlist), facendo riaffiorare alla mente del lettore situazioni temporaneamente sopite sotto la cenere che riprendono ad ardere man mano che ci si addentra nella lettura. Una testimonianza schietta e fedele del percorso che ha portato lui e gli altri ragazzi “della collina” (Monte Mario ndr.) ad unirsi in gruppo in maniera quasi spontanea per dare vita a una fazione sovversiva e ribelle a quel contesto con cui spesso, pagando i pregiudizi della propria provenienza geografica, si è trovata a fare i conti anche all’interno della scena stessa. L’indubbia attitudine narrativa dell’autore, capace di grande ironia anche nel descrivere situazioni non certo divertenti, rende alcuni passaggi molto vicini a un movie script. Soprattutto le cronache vacanziere al limite del surreale, sia quelle marinare in patria che le trasferte all’estero, dove in queste ultime la scena descritta non si discosta poi così tanto da quella autoctona se non per l’ampia offerta di concerti.
Tirando le somme questo lavoro rimane un atto di elaborazione a tratti doloroso, sicuramente molto coraggioso, da parte del protagonista/autore, aprendosi ed esponendo in maniera fin troppo sincera gran parte del suo vissuto. Rimanendo fedele a quei valori mai rinnegati anzi, diventandone testimone di passaggio alle generazioni future.
Claudia Giacinti.