Che tu sia per me il coltello, di David Grossman, Mondadori 1999
Un uomo, Yair, durante un incontro pubblico viene folgorato da una donna. Ne ammira i dettagli del viso, della postura, l’espressione malinconica. Yair immagina di Miriam, questo il nome della donna, la sua possibile vita, il suo ipotetico carattere. E’ convinto di saper interpretare i segni sul volto di lei e di poter instaurare con questa donna un profondo dialogo. Un dialogo, forse anche platonico amore, che svisceri nel profondo l’animo umano e congiunga le loro anime.
Inizia così il carteggio che vede Yair scrivere a Miriam lettere appassionate, spudorate, senza veli, senza freno, dando libero sfogo ai suoi più inconfessati desideri e pensieri. Miriam risponde alle lettere con circospezione all’inizio e con altrettanta passione poi, gettandosi completamente in quest’audace carteggio. Di più, in questa profonda introspezione a due dell’animo umano.
La prima parte del romanzo è completamente dedicata alle lettere di Yair a Miriam, mai una lettera di risposta di Miriam a Yair viene condivisa con il lettore. E così, si è costretti a scoprire il carattere, la personalità e le vicende di Miriam, solo attraverso le lettere di Yair. Poco alla volta il carattere di lei trapela come fosse visto attraverso il buco della serratura dal quale Yair sembra spiarla, unico spiraglio che Grossman ci concede in questa prima parte del romanzo di cui Yair è l’indiscusso protagonista; Yair, di cui conosciamo desideri, sogni, umori, deliri attraverso il fiume di parole con cui invade l’esistenza di Miriam. Solo nella seconda parte del romanzo possiamo finalmente leggere le lettere di Miriam a Yair. E la situazione si ribalta completamente. Non solo conosciamo Yair con gli occhi di Miriam, ma è la stessa Miriam che sembra condurre il gioco tra i due.
Che tu sia per me il coltello, questo è l’indovinato epiteto che caratterizza la storia di Yair e Miriam, due persone differenti, forse opposte, attratte una dall’altra senza neppure essersi mai incontrate di persona.
La narrazione è avvolgente e toccante, a volte innervosiscono i caratteri o le risposte di questi due personaggi, al punto tale che si è costretti a fare una pausa dalla lettura per riflettere. E dopo poco, di nuovo, non si può fare a meno di questa corrispondenza privata per capire, comprendere, svelare cosa si cela dietro queste due comuni vite.
Nel romanzo sono espressi pensieri profondi e irrequieti, malinconie, gioie, tutto con estremo pathos e trasporto. Nulla sembra detto tanto per dire, ma tutto segue il pensiero unico dei due protagonisti.
Pagine e pagine splendide che si leggono con naturalezza se solo si supera un piccolo sforzo iniziale per immedesimarsi in almeno uno dei due protagonisti.
Recensione by Lisa