Maxxi,Roma 7 Luglio 2017
Una vera e propria lectio magistralis regale quella che si è svolta in una torrida serata romana nello spazio esterno del Maxxi di Roma. Protagonista la grande fotografia italiana, nella persona e nei ricordi vividi di Gian Paolo Barbieri, da Milano si, ma ambasciatore della cultura italiana sin dagli anni 60.
Una lectio magistralis di assoluta grazia e bellezza, anni luce da quanto si svolge nella stessa sera dentro l’ex Caserma Guido Reni. Capitandoci dopo la lectio mi risulterà evidente che la maggior parte degli avventori avrebbero dovuto solamente attraversare la strada e immergersi in questo incontro per capire a fondo la parola eleganza, stile, cultura, passione e personalità sopra ogni cosa. Ma in fondo meglio cosi. Certi incontri forse non sono per tutti.
Introdotto e coadiuvato da Maurizio Rebuzzini, editore e direttore di FOTOgraphia e docente di Storia di Fotografia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, e da Settimio Benedusi, fotografo tra l’altro di Sports Illustrated nonchè arguto provocatore e spesso a fianco di Onlus benefiche per paesi come Uganda e Haiti, Gian Paolo Barbieri ci porterà in un’epoca che pare distante anni luce da quella odierna. Il mondo e l’epoca della foto analogica. Senza filtri, senza inganni, senza photoshop. La foto pensata, studiata, sentita fino dentro le viscere. La foto che viene da un set creato in studio, o con tecniche molto innovative. Passando in rassegna alcuni dei suoi scatti, tra cui quelli per Vogue Italia (fu autore della prima copertina del 1965), Gian Paolo Barbieri ci fa andare con lui dietro gli scatti, nell’ispirazione spesso cinematografica (Hitchcock, il film “Casablanca”, ma non solo), ci fa stare con lui quando racconta del set per Vivienne Westwood ispirato alla Zattera della Medusa, famoso dipinto di Theodore Gericault con 4 modelli che erano dediti a “innaffiare” la scena, con un set veramente immerso nell’acqua.
Ci mostrerà la grazia di Audrey Hepburn, i lavori su le sue Polaroid, tutti artigianali e di grande impatto, i sapori dei set africani e poi di Tahiti con i suoi tatuaggi che decorano corpi scultorei. Tatuaggio come segno di riconoscimento, non come mera vanità. I suoi fiori, i suoi diari dove annotava i suoi set fotografici.
Colpo di scena finale, l’arrivo sul palco di Simonetta Gianfelici, ex top model,attrice e protagonista di indimenticati scatti di Gian Paolo Barbieri, che si emoziona veramente in reincontrare la Gianfelici, commuovendo l’intera platea che segue rapita lo scambio di ricordi tra il fotografo e la modella. Di nuovo uniti, di nuovo a scambiarsi energie.
Un gran finale di una Lectio magistralis veramente mirabile, con protagonista assoluto un uomo di un fascino indescrivibile, un grande innovatore, un pioniere, una persona di un garbo supremo che lo porta anche a non volere rispondere a una domanda fatta dal pubblico, forse proprio per non scendere in sterili polemiche o volgari disquisizioni sull’uso dell’immagine nei nuovi mezzi di comunicazione. Ma quanto amore per la fotografia, per la moda, per il cinema, per il valore dell’immagine.Incontri del genere servono a dare un valore e un nome alle cose. In tempi veloci e voraci un ascolto cosi è un regalo prezioso e indimenticabile.
Racconto di Fabrizio Fontanelli
Foto di Sara Terreni