Lethal Weapon, con Damon Wayans, Clayne Crawford. Produzione: USA, 2016.
Il trend degli ultimi anni è quello della contaminazione tra cinema e televisione. Molti volti e nomi noti dello star system attoriale, infatti, hanno trovato uno spazio recitativo anche sul piccolo schermo. Un esempio lampante di tale migrazione è il caso delle due stagioni di True Detective (id., 2014 – ) serie poliziesca che annovera tra i protagonisti il premio Oscar Matthew McConaughey e Woody Harrelson nella prima, Colin Farrell, Taylor Kitsch, Rachel McAdams e Vince Vaughn nella seconda. A ciò vi è da aggiungere che molti singoli film o saghe cinematografiche del passato, stanno (ri)vivendo un periodo d’oro grazie agli adattamenti seriali televisivi: ne sono esempio l’omonima serie tratta dal film cult dei fratelli Coen, Fargo (id., 2014 – ) e Scream (id., 2015 – ) ispirata alla saga slasher del compianto maestro dell’horror Wes Craven. L’ultimo arrivato che si aggiunge alla ricca lista è Lethal Weapon (id., 2016 – ), basato sulla saga cult di Arma letale (1987-1998).
Reboot dei film diretti da Richard Donner e sceneggiati (almeno i primi due capitoli) da Shane Black, Lethal Weapon accoglie lo spettatore con un inizio in media res, presentando i due personaggi principali: il riflessivo e cinquantenne detective dell’LAPD Roger Murtaugh (Damon Wayans) padre di famiglia ripresosi da un infarto e che, durante il primo giorno di servizio post convalescenza, si vede assegnare un nuovo partner proveniente dal Texas, il detective Martin Riggs (Clayne Crawford), con un passato operativo nei Navy SEALs e da poco rimasto tragicamente vedovo. Dopo le iniziali schermaglie e incomprensioni, legate principalmente alla “follia” e ai metodi poco ortodossi del nuovo collega di lavoro, i due detective formano una coppia di ferro, riuscendo così a infliggere un duro colpo alla criminalità.
Se fino a qualche tempo fa si storceva il naso all’idea di un adattamento televisivo di Arma letale, i pre detrattori del serial Fox dovranno ricredersi perché Lethal Weapon ha tutte le carte in regola e i numeri giusti per aggiudicarsi il titolo di erede (minore) di Arma letale. Certo, ricreare le atmosfere, il pathos e il ritmo di una pietra miliare che – tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta – ha riscritto le coordinate (insieme alla saga di Die Hard) del genere action sembra impresa ardua. Tuttavia la serie Fox non delude, riuscendo in ciò in cui – molto probabilmente – i fan non speravano: avere qualcosa all’altezza del franchise originario.
Eppure Lethal Weapon sorprende proprio in questo: di fianco a un’ambientazione che, per forza di cose, è stata spostata ai giorni nostri, l’adattamento di Arma letale trasla in toto gli elementi cardine del fratello cinematografico. Di fianco alle scene d’azione al cardiopalma, alla violenza (aspetto portante di molto cinema anni Ottanta che qui non tocca gli apici di quella estetica della violenza molto in voga all’epoca ma, nondimeno, rimane abbastanza brutale) e all’humour (a volte fulminante a volte grottesco), trova spazio quella semplicità scanzonata degli action Made in Eighties, fatta di imprese ai limiti dell’umano e di centinaia di proiettili esplosi. Di sicuro la nuova coppia Crawford-Wayans non ha il carisma di quella formata da Mel Gibson e Danny Glover, indimenticabili nei rispettivi ruoli di Martin Riggs e Roger Murtaugh ma, nonostante l’effettivo ammodernamento, i due risultano convincenti nei panni di questa stramba (e pericolosa) coppia agli antipodi di sbirri losangelini.
Tra sparatorie, esplosioni, scazzottate, momenti drammatici e di introspezione psicologica, citazioni (che fanno provare quel sentimento di nostalgia cinefila), Lethal Weapon si dimostra una vera e piacevole sorpresa, capace di intrattenere lo spettatore senza fargli provare noia oppure risentimento per un azzardato (ma molto ben riuscito) trasferimento dal grande al piccolo schermo.
recensione di Francesco Grano