Avery R Young è un artista di Chicago che chiamare musicista è quanto mai riduttivo e limitativo. Scrive, saggi e poesie ma anche (soprattutto) grandi canzoni. Il suo album del 2019, Tubman, è stato salutato da pubblico e critica come uno dei migliori dell’anno e non solo in ambito di black music.
Fabrizio Forno lo ha raggiunto telefonicamente per un’intervista andata in onda su radiocittaperta.it, ecco la trascrizione della chiacchierata avvenuta qualche giorno fa.
Tubman sembra essere l’album della tua maturità: suoni, produzione e testi mostrano un grande controllo sul progetto, hai le stessa impressione anche tu o forse senti di avere più spazio per crescere?
Grazie, è un complimento per me che la mia musica venga definita matura. La grown folk music ha avuto un ruolo importante. Musicisti, grandi del folk e studiosi del suono sono estremamente coscienti che siano queste i riferimenti dell’album. C’è sempre spazio per crescere. Ci sono altre sonorità e temi che mi piacerebbe esplorare e presentare attraverso la musica. Queste sonorità scaveranno più a fondo, nelle radici della mia educazione, ma sono anche interessato a composizioni più fresche, futuristiche e sperimentali.
In coincidenza con l’uscita di questo album e nei mesi successivi fino ad oggi, è emersa molta violenza razzista, più visibile, con prove video e testimoni. La mia impressione è che siamo arrivati al punto di non ritorno. Sei d’accordo o forse è solo un’operazione di facciata, e nelle prossime settimane tutto sarà dimenticato fino alla prossima puntata?
Non sono sicuro di cosa tu intenda per dopo l’uscita di questo album., ma dalla mia prospettiva di afroamericano che ha vissuto per molto tempo negli USA, le violenze più recenti sono solo parte di una serie ininterrotta di violenze subite dalle persone di colore da quando siamo stati portati qui. Vorremmo che fossero delle novità, ma per molti di noi, me compreso, è ordinaria amministrazione. Possiamo solo sperare che la violenza si fermi e che i responsabili di tali violenze trovino un motivo per essere civili ed umani. Altrimenti che vadano a farsi fottere, inizieremo a definire e coltivare degli spazi alternativi. Credo che sarebbe un modo migliore di investire il nostro talento, intelligenza ed energia. Sono stanco di vedere uomini premere un grilletto per sentirsi dei leoni. Non ne posso più!
Da studioso di musica afroamericana, che ha saputo coniugare ricerca artistica radicale, contenuti politici e sociali, pur mantenendo una dimensione popolare, cosa ne pensa del rapporto tra arte e politica? Quali sono le esperienze musicali contemporanee che riescono a coniugare la dimensione artistica con la capacità di incidere sul contenuto immaginario e socio-politico?
Ottima domanda. Credo che arte e politica siano entrambi materia popolare. E’ ovvio che le persone abbiano una percezione ed esperienza delle vita circostante e delle convenzioni sociali secondo dei propri significanti (credo intendesse signifier – ciò che è relativo al piano dell’espressione?) La mia musica, ma qualsiasi musica a dirla tutta, ha a che fare con ciò che spinge il musicista, o l’artista, a creare. Tubman è una raccolta di canzoni legato ad un libro di “poemi visivi” riguardo a come mi oriento negli USA in quanto persona queer di colore portatore di handicap al quale è stato assegnato il ruolo sociale di “uomo” come forzata identità personale dovuta solamente dai miei caratteri sessuali maschili (cis-man fa riferimento al concetto di sessualità per cui ad una persona viene assegnato un genere sociale definito dal genere biologico che può o meno corrispondere all’identità sessuale della persona – spero di averlo spiegato bene, è un po’ complesso come concetto). Un ringraziamento particolare va a tutti gli artisti che hanno influenzato Jamila Woods di Legacy! Legacy! per il modo in cui questa donna di colore si muove e presenta al mondo. Ric Wilson con la sua insistenza nello spronare a muoverci, Sassyblack con la sua introspezione, come tanti artisti, presentano con la musica i loro corpi e le loro esperienze. Ed è bellissimo assistere a tutto ciò. Tutto questo è politica. E’ politica anche avere spillette sugli zaini . Io celebro la politica di tutto questo.
Trump / Biden sembrano essere semplicemente le 2 facce della stessa medaglia, è solo una mia sensazione personale? Le elezioni avranno influenza sul movimento “Black Lives Matter” o viceversa?
In realtà non voglio domande su tornados bianchi, tigri bianche o persone bianche !!!!! Come dice Baba Gil Scott-Heron “Sono una persona troppo presa a guardare verso una giornata più luminosa…”
Un presidente non è l’uomo della provvidenza, I presidenti non sono esenti da stronzate, questa è la realtà. La democrazia è predisposta in modo che le persone scelgano i figli di puttana che sembra parlino delle cose che vogliono sentire . Non ha nulla a che fare con persone che guardano attraverso il corridoio e che vogliono davvero che anche chi sta dall’altra parte abbia tutta la liberta con i suoi annessi ci cui godere. Non è così, fanculo. Che si fottano. Il voto non vale 2 centesimi e nonostante qualcuno dica che è prezioso, nonostante ci sia un vincitore, quel vincitore non sarà lì a spalare merda! Sarà lì a rappresentare chi ha il controllo Se vogliamo un cambiamento reale, se vogliamo una vera giustizia, la libertà, se vogliamo tutte queste cose , quelle che rappresento nella mia musica, noi dobbiamo essere la soluzione, non Cesare!! CESARE È AMBIZIOSO.
Tornando alla musica, il tuo mix di “vintage” e “moderno” è il segreto ben custodito della tua espressione musicale. Sly Stone, The 70s ‘Temptations, Gil Scott-Heron, a quali artisti del passato ti senti più vicino al tuo umore, gusto e visione?
Nina Simone, James Brown, Gil Scott Heron, Sly Stone sono tutte risposte facili, ma anche Lotta Mighty Clouds of Joy, Voices of East Harlem, Eugene McDaniels, Baba Curtis… semplicemente Black Music! Gosplel, Funk, Holyghost, c’è tutto là dentro. Hai detto che è sia vintage che moderno perché realizzato al giorno d’oggi senza rappresentare assolutamente alcun espediente. Non mi interessa trovarmi i fronte a un sacco di uomini bianchi che hanno perfezionato la tecnica per suonare come i Funk Brothers . Io non sono altro che un fratello della parte est di Chicago che fa musica che mi fa riflettere, emozionare e scuotere il sedere. E spero faccio lo stesso effetto anche agli altri. Anche le mie tasche apprezzerebbero se ci fossero tante altre persone a fare la stessa cosa.
Dimmi qualcosa sulla scena musicale di oggi, a Chicago e negli Stati Uniti in generale; quali artisti contemporanei apprezzi di più?
Ecco, ora mi metterai nei guai. Ahah. Ci sono così tanti artisti. Ti dirò che ho una speciali affinità con gli artisti underground, la cui cultura folk popolare è stata dimenticata o superata. Chicago sta producendo molta musica al momento. Buona musica viene anche da giovani artisti a cui io, o i miei contemporanei, abbiamo fatto da mentori. Per questo farò sempre il tifo per loro: li guardo e vedo i miei bambini, non importa quanti anni abbiano e se continuano a crescere! Ma se davvero ci tieni a sapere che cosa mi piace, sono sempre alla ricerca di qualcosa che sia speciale, vecchia o nuova. The Supreme Jubilees, Jamila, Gorgeous Montana, Sulyman Stokes, Little Johnny Taylor, Brent Faiyaz, Brenton Wood, The Gospel Caravans, The Chamber Brothers, Meagan McNeal, Junius Paul, The Dot, ed ovviamente me ahah. Sono sempre dappertutto, ma per rimanerci per sempre!
Qual è la tua percezione dell’Italia e / o dell’Europa dall’altra parte dell’oceano?
Voglio venire in Italia per farmi un’idea. Proviamo a far venire me De Deacon in Italia, è possibile? Sono stato in diversi posti in Europa e visto progetti musicali di diversi artisti europei. Ho trovato molte persone lavorare con le sonorità in maniera incredibile, ma anche altre meno spettacolari. Indipendentemente dalla mia opinione, la musica che viene da diverse parti del mondo riesce a connettere le persone di tutto il mondo. Questa è la bellezza della musica. Ora, se mi chiedi dell’Europa come luogo dove vivere, la mia percezione è limitata perché ogni volta che sono stato in diverse parti del mondo, è sempre stato come artista, quindi non ho potuto fare altro che divertirmi! Ottimo cibo, ottime persone. Non mi sono mai addentrato nelle questioni socio-politiche di questi posti, ma le persone accolgono quello che ho da dire e sono anche d’accordo con me! Sono stato a Città del Capo, ma mai davvero in Europa. Ma mai come in Europa ho ritrovato la magia di una senzatetto che si lamentava al cento del mercato. Mi ha davvero scioccato e tutt’ora, solo a parlarne, mi commuovo. Niente mi ha mai scosso come ha fatto lei.
Progetti futuri?
Molti. Sto lavorando sulle musiche di uno spettacolo, tra blues e hip hop, a un libretto d’opera, e dovrei spremermi per tirar fuori un paio di libri
In che modo il Covid-19 ha cambiato la tua sensibilità artistica e che influenza avrà questo disastro pandemico sulla tua espressione artistica?
Il covid19 mi ha insegnato a dare più importanza alle cose. Sono emozionato all’idea di diventare più forte e “svolazza nte” (??). Nessuna eccezione! Non ho tempo di giocare con nessuno, sono un nero!
Intervista di Fabrizio Forno – traduzione di Valeria Muzzin
Ascolta il podcast dell’intervista (grazie a Sanja Babic, Dave e Carlo di Radio Città Aperta per il prezioso contributo)