Regia di Stephen Daldry. Con Kate Winslet, Ralph Fiennes, David Kross, Lena Olin, Bruno Ganz. USA, Germania 2008, 124 min
“Studiate, perché abbiamo bisogno di tutta la vostra intelligenza”. Sopire lo spirito critico nelle persone significa atrofizzarne il muscolo cerebrale, significa privarlo della sua linfa e significa plasmare l’intelligenza secondo parametri prestabiliti. Queste osservazioni citando Gramsci sono a mio parere fondamentali per una più efficace lettura (mai termine fu più appropriato..) di questa pellicola.
L’analfabetismo, o più estensivamente la mancanza di cultura come efficace sistema di controllo delle menti e delle masse è il tema centrale del bel film del regista Stephen Daltry, reso famoso da Billy Elliott, del quale condivide il racconto della crescita di un adolescente, nonchè regista di The Hours, di cui conserva l’abilità di spostare il piano narrativo da un’epoca all’altra, con frequenti flash-back.
Fine anni cinquanta, Germania Ovest. Un quindicenne scende dal tram perché si sente male, cerca riparo nell’androne di un portone e viene assistito da una donna che ha almeno il doppio dei suoi anni. Passa qualche mese ed il ragazzo, guarito dalla scarlattina si reca dalla misteriosa samaritana per ringraziarla. Sarà l’inizio di una breve ma focosa relazione amorosa che ne segnerà l’esistenza. Gli incontri amorosi clandestini ben presto avvengono attraverso un cerimoniale prestabilito: prima di fare l’amore il giovane dovrà leggere alla sua più esperta partner pagine e pagine di libri, dall’Odissea a Cechov.
La donna improvvisamente sparisce, ed il protagonista la ritroverà casualmente qualche anno dopo, quando, promettente studente di legge, assiste ad un processo sui crimini della Shoah, in cui la donna è imputata.
Pur di sottrarsi dalla vergogna di dover confessare il proprio analfabetismo, Hanna si accolla tutte le colpe di cui è accusata, senza che Michael intervenga a sua discolpa. Ognuno sconterà il proprio senso di colpa a modo suo, rimanendo legato all’altro in modo inusuale ma profondamente intenso, nonostante non si incontreranno che molti anni dopo, a poche scene dalla fine del film.
Pellicola intensa anche se non totalmente omogenea, ben recitata, non solo dal premio Oscar Kate Winslet, ma anche dall’esordiente David Kross e da un Ralph Fiennes la cui intensità espressiva ben rende l’angoscia e l’impossibilità di una vita normale dopo un’esperienza devastante come quella da lui vissuta in gioventù. Il soggetto era particolarmente ambizioso, il rischio di cadere nella retorica del ricordo dei crimini perpetrati dai nazisti era forte; il film si muove invece in buon equilibrio tra il ricordo di una gioventù solo apparentemente serena e solare ed un presente grigio ed appesantito da un’eredità storico-culturale insopportabile.
Recensione by Fabrizio
Recensione molto bella e completa che riesce a rendere perfettamente la lettura di questo film; azzeccatissima anche l’introduzione con la citazione a Gramsci;anche per me è stata una buona “visione”,un pochino drammatica ma di notevole spessore,tanto di cappello al regista britannico Stephen Daldry;condivido pienamente il tuo giudizio sui protagonisti e sul termine di “Pellicola intensa”;in effetti assistiamo ad un “girato” eccezionale e ad una interpretazione dire quasi fenomenale di Kate Winslet(ex sorvegliante di campi di concentramento) una figura che al primo impatto evidenzia un carattere deciso e spesso “molto duro” nei confronti però del timido giovane Michael (inerpetrato dall’ottimo Ralph Fiennes nella parte di adulto) ma che poi si rivela colmo di insicurezza e disagio davanti alla lettura di un libro.
A questo punto, dopo aver letto questa ottima recensione,non vi resta che correre al cinema…..!!