Spider Man: No Way Home, di Jon Watts, con Tom Holland, Zendaya, Alfred Molina, Willem Dafoe, Marisa Tomei, Jon Favreau.- USA 149 min.
Terzo capitolo della saga sull’Uomo Ragno con protagonista Tom Holland nei panni del supereroe newyorkese, Spider Man: No Way Home era l’evento cinematografico più atteso dell’anno e i risultati lo stanno dimostrando: al botteghino ha già toccato il miliardo di dollari, record assoluto da quando è iniziata la pandemia. Il film aveva infatti già fatto discutere gli appassionati da ben prima della sua uscita, complici alcune voci sulla trama che hanno animato parecchio la community dei cinefili.
Il film inizia subito da dove era finito il precedente: poco prima di morire, Mysterio ha divulgato un video in cui comunica al mondo che Peter Parker è Spider Man: ora che l’identità segreta del nostro eroe è saltata, Peter diventa la persona più famosa del mondo e il ricercato numero uno dalla polizia. Sarà proprio il tentativo di Peter di far dimenticare a tutti che lui è Spider Man a innescare la trama del film.
Parlare del film senza fare spoiler sarà un’impresa ardua ma, come Peter tra i grattacieli di New York, proverò a schivare le insidie che man mano mi si pareranno davanti nell’analisi della pellicola.
L’attesa spasmodica nei confronti di questo film era data dal fatto che, in un certo modo, esso connette tutti i precedenti film sull’Arrampicamuri, dal primo “Spider Man” del 2002 di Sam Raimi. E lo fa a mio avviso in modo pigro e geniale al contempo; pigro perché l’espediente narrativo per effettuare tale operazione nostalgia è alquanto banale, ma geniale perché riesce a disporre di tutte le sue carte senza creare un minestrone confuso: risultato effettivamente notevole.
Il film alla fine è due ore e un quarto di fanservice e un gigante occhio strizzato ai fan: rispetto ai precedenti due della saga, ha la trama più semplice e anche la scrittura più debole, ma emotivamente è sicuramente quello che lascia più il segno; Spider Man: Homecoming (2017) e Spider Man: Far From Home (2019), infatti, seppur molto godibili, erano film molto leggeri e un po’ dimenticabili: i film con Holland a me fino ad ora avevano dato idea di essere come episodi di una serie TV più che blockbuster veri e propri. Mancava fino a adesso un certo senso di epicità che sicuramente è presente in questo No Way Home.
Gli effetti speciali durante le scene d’azione sono di ottimo livello, anche se le dinamiche non sono il massimo dell’originalità, come nel caso di Spider Man che deve afferrare una macchina da un ponte, scena vista e stravista. L’umorismo è molto frequente come negli altri due film della saga, e se rende la visione più leggera e simpatica in alcuni punti, in altri è come se la sceneggiatura non sapesse contenersi e le battute vanno a rovinare alcuni momenti dove servirebbe più calma e serietà.
In sintesi, questo terzo capitolo presenta i più alti pregi della saga nell’ambito emotivo e di impatto, e le parti più deboli della saga per ciò che concerne la sceneggiatura.
Una cosa però è certa: per i fan di Spider Man, non potrà che rappresentare uno dei lungometraggi più epici realizzati sul loro eroe finora.
recensione di Kevin Mc Nally
come il cinema https://streamingcommunity.vc/389-the-wandering-earth-2-2023.html ci aiuta tutti e ci fa capire: non tutto si avvererà, l’eccesso cadrà.