Shine a light, regia di Martin Scorsese. Con: Rolling Stones, Jack White III, Christina Aguilera, Buddy Guy (USA 2008).
Dopo il meritato Oscar per ‘The departed’, Martin Scorsese torna sul grande schermo a raccontare il suo amore per la musica, presentando uno scintillante ‘rockumentary’ dedicato alla più grande band di Rock’n’roll.
Il film è la cronaca di un concerto tenuto per beneficenza al Beacon Theatre di Broadway, New York, a fine 2006. La tournèe è quella di ‘A bigger band’, che ha raggiunto anche l’Italia la scorsa estate con un concerto allo Stadio Olimpico.
La maestria con la quale il vecchio Marty riesce a riprendere la musica rock non è di certo una sorpresa. Il regista aveva fatto esperienza con Woodstock, per poi nuovamente accostarsi a più riprese alla ‘sua’ musica, con opere come ‘No direction home’, dedicata a Bob Dylan e, soprattutto, ‘L’Ultimo valzer’, film del 1978 dedicato all’addio alle scene della Band di Robbie Robertson.
Ci sono numerosi punti di contatto tra questi due film: innanzi tutto l’ambientazione teatrale; trent’anni fa si trattava del leggendario Winterland di San Francisco, anch’esso come il Beacon decorato con stucchi, affreschi e lampadari di cristallo. Da entrambi traspare la grande passione di Scorsese per il rock. Il regista italoamericano ha più volte manifestato la sua totale devozione per questo genere musicale ed i suoi interpreti principali , sia nelle numerose interviste rilasciate sull’argomento, nelle quali ha più volte confessato che la musica, all’infuori delle donne e del cinema, è ciò che conta di più per lui, sia per le precise scelte di brani per i suoi film dai Clash a Bob Dylan. In entrambe le opere il regista riesce a farci stare al centro della musica, con inquadrature esemplari ed un montaggio molto efficace.
Le analogie finiscono qui ed iniziano le sostanziali differenze: ‘L’Ultimo valzer’ raccontava la conclusione di un sodalizio e da qui il tono crepuscolare, melanconico e a volte amaro con il quale Scorsese celebrava la fine di un’epoca, gli anni settanta. La scelta dell’epoca fu quella di isolare i musicisti, rinunciando a riprendere il pubblico, privilegiando la descrizione dell’intensità che regnava sul palco e non le reazioni degli spettatori.
‘Shine a light’, di contro, è una festa di riflettori abbaglianti e presenta un continuo rimando tra l’energia scaturita sul palco e la reazione entusiasta del pubblico, costantemente presente nelle inquadrature , quasi a volerci continuamente confermare che il feeling tra gli artisti ed i loro fan è rimasto inalterato negli anni.
Il titolo stesso esprime quanto gli ultrasessantenni rockers britannici riescano ancora a brillare di luce propria, dimostrando per l’ennesima volta che il segreto della loro più che quarantennale carriera è proprio nella capacità di divertirsi ancora, nel saper trarre reciprocamente linfa vitale dal contatto con il palcoscenico ed il pubblico, dall’emozionarsi ed emozionare grazie ad un semplice riff di chitarra, unico, inconfondibile ed indimenticabile.
Recensione by Fabrizio