Il Viaggio è una delle condizioni ideali per ascoltare una buona musica. Come ogni due settimane percorrevo la mia coast to coast direzione verso est, verso l’Adriatico. L’Autostrada dei Parchi, chiamata così perché attraversa il Parco Nazionale d’Abruzzo e buca il Gran Sasso per circa 10 km; anzi esattamente per km 10,176, numero che leggo ogni volta che ci entro dentro ma che ogni volta smemorizzo…quel 176! Il fascino della catena appenninica che si avvicina è straordinario in ogni condizione stagionale e climatica, sia che si percorre da est ad ovest sia il contrario. Pertanto da ovest ad est, cioè partendo da Roma fino alla sua fine (pur divenendo superstrada poco prima di Teramo), ho voluto provare a contestualizzare una musica di un West al nostrano est. Quale musica migliore se non la colonna sonora di Ennio Morricone: Once Upon a Time in the West-c’era una volta il West.
La musica straordinaria non ha impattato ( come ovvio) sul paesaggio abruzzese; anche se tale colonna sonora la si può ascoltare naturalmente ovunque. Pertanto la compilation di Morricone era partita, e lungi da me il fermarla. E così come sempre accaduto, la riascoltavo, la canticchiavo, la fischiavo soddisfatto; le note di The Ecstasy of Gold de Il Buono il Brutto e il Cattivo; il fischio e l’ocarina di Per un Pugno di Dollari, il Sean Sean ( conosciuto meglio come scion scion) di Giù la testa e tante altre. Mi soffermavo stavolta su un pezzo a mio avviso, non meno noto, bensì meno acclamato:My name is Nobody-Il mio nome è Nessuno. Se si ascolta di primo acchitto il pezzo sembra tra i più superficiali del bagaglio compositivo di Morricone. Non ha l’immediatezza di un capolavoro. È meno malinconico degli altri: ma solo in apparenza. Nella sua iniziale allegria la punta nostalgica trapela timida. Mi hanno colpito due aspetti fondamentali in questo brano: il fatto che è un pezzo adattabile in qualsiasi contesto che non sia Western, e la sua struttura compositiva ripetibile in svariati generi. Quest’ultima per me elemento fondamentale per descrivere un capolavoro musicale. Quando un brano musicale diviene uno standard e si rende fruibile ad essere suonato da molti in svariati generi, vuol dire che chi lo ha scritto è stato geniale! Morricone ha scritto dei capolavori. Ma una punta di genere western faceva fatica a respingerla indietro. La stessa meravigliosa colonna sonora di c’era una volta in America se resa in un contesto western ha lo stesso il suo massimo effetto: eppure l’ambientazione epocale era un altra. Il mio nome è Nessuno non solo ha un DNA eclettico, ma si rende disposto ad essere manipolato. Se anche Farewell Cheyenne ha le note archetipiche di un reggae, ma con i limiti melodici western, my name is Nobody ha in embrione tutto: un pezzo quasi stupido ma potenzialmente trasversale. Al mio ritorno a Roma sono andato a curiosare sul solito Youtube, se ci fossero stati degli arrangiamenti in merito. Con mia sfortuna o per mia incapacità, non ho trovato nulla, salvo dei demo di chitarra classica, o solamente un remix compilation Morricone techno ( ah, però: questa non l’avevo considerata!), e un simpatico remix house ( e pure questa, però). Se invece si prova ad immaginare questo pezzo, lo si potrebbe eseguire come R&B, Rock&Roll, Prog, acustico, funky, gospel, jazz, cha cha, samba e tanti altri altri. D’altronde, essendo più o meno un beguine e perciò un ritmo geneticamente sincopato, ha la naturale caratteristica di adattabilità. Prego chi legge questo mio pezzo di ascoltarlo: e di capire se il mio è un presuntuoso delirio, oppure c’è della giusta intuizione. Chiedo così un appello a musicisti virtuosi, se saranno disposti a trovarne ispirazione e tentare di ridargli altre vesti, ripuliture, nuove vite, come meriterebbe ogni vera arte. Una giusta causa. Buoni arrangiamenti.
Marco Mazzeo