Gen 302009
 

Milk, regia di Gus Van Sant. Con Sean Penn, James Franco, Josh Brolin, Emile Hirsch, Diego Luna. Produzione Usa 2008

★★★★☆

Gus Van Sant, il regista statunitense proveniente dall’Underground di Drugstore Cowboy (manifesto postumo sulla Beat Generation), profondo conoscitore e mentore della controcultura degli anni sessanta, geniale esegeta di essa nel magnifico e misconosciuto Belli e dannati, autore di capolavori come Elephant e Paranoid Park (dilanianti sguardi sulla Blank Generation dei nostri giorni), non ha mai tradito sé stesso, neanche nei suoi rari momenti mainstream, come Will Hunting -Genio ribelle, che conservava una fresca vena anarchica.
Approda ora al film hollywoodiano per eccellenza con questo Milk, quasi un documento sul movimento Gay degli anni settanta, coraggioso ed emozionante, interpretato da un superlativo Sean Penn, che si è calato nella parte del leader omosessuale Harvey Milk con rigore filologico ed intensa espressività drammatica.
Vi si narrano le battaglie civili di Milk svolte in California a fianco, ed in certi casi in antitesi, al Partito Democratico, le sconfitte e infine la vittoria culminata nella nomina del leader a consigliere comunale di San Francisco, a fianco del sindaco George Moscone, nel 1978.
La comunità gay che invase il quartiere Castro di San Francisco, non lontano da quell’ Haight Ashbury tempio della cultura Hippie e già famoso perché vide nel 1967 il momento di massimo splendore del movimento dei Figli dei Fiori (che culminò nella celebre Summer of Love), viene descritta con tratti sapienti e insieme dolenti; in certi momenti il taglio documentaristico ha quasi il sopravvento e vengono ripresentati vecchi filmati che descrivono lo scontro tra polizia e manifestanti.
La difficoltà dei rapporti di coppia omosessuali, le passioni civili e private sono narrate con molta misura ma con intensità; l’opera mantiene sempre una costante e notevole cifra drammatica, che culmina nel tragico momento della morte del protagonista e del Sindaco Moscone, per mano di un oppositore squilibrato. Consapevole dell’imminenza della morte, poiché si sapeva odiato da molti, Milk registra un drammatico documento a futura memoria, pervaso di grandi idealità e di un senso morale molto raro in un uomo politico.
Sean Penn, oltre che il grande Autore che conosciamo, si conferma grande interprete: la sua interpretazione è sobria, essenziale e nel contempo fortemente vibrante, appassionata.
Vengono anche descritte, nell’opera, con notevole efficacia le contraddizioni della militanza ed i suoi doveri, che portano spesso a sacrificare i rapporti umani; non a caso, infatti, tre partners di Milk tentarono il suicidio, ed uno ci riuscì.
Gus Van Sant meditava di realizzare questo film da dieci anni; era l’omaggio che intendeva rendere alle battaglie civili degli anni settanta, l’epoca dei grandi movimenti, e nel contempo alla controcultura gay, e sopratutto descrivere ambienti e psicologie alquanto insolite sul grande schermo. Forse uguale coraggio aveva avuto solamente William Friedkin, osando raccontare la vita di un gruppo di amici omosessuali di New York nell’indimenticato Festa per il compleanno dell’amico Harold, del 1972.
L’operazione, sia pure ricondotta nell’ambito del cinema mainstream è pienamente riuscita: commozione ed applausi in sala alla fine della proiezione.

Recensione by Dark Rider

  One Response to “Milk”

  1. […] … Mail (will not be published) (required) Website. Message. Archivio. January 2010. May 2009 …Milk SlowcultE' prima di tutto un sito di trasmissione del sapere… leggi tutto … momenti mainstream, come […]

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