Lo and Behold, diretto da Werner Herzog. Produzione: USA, 2016. Durata: 108’
Si può ancora dire qualcosa sulla Rivoluzione Digitale che stiamo vivendo, sull’ avvento di Internet piu’di quanto si è mai detto finora? Si può aggiungere qualcosa sul nostro vissuto cosi immerso nella tecnologia che è ormai predominante e attiva in qualsiasi sfera del nostro percorso umano? Si può ancora trattare di futuro ora che lo stiamo vivendo quel futuro arrivato a grandi passi e che ci travolge facendoci galleggiare in una bolla hi tech complessa, totalizzante e che ci fa facogitare tutto cosi velocemente?
La risposta è Si e la risposta è il nuovo documentario di Werner Herzog “Lo and Behold: Reveries of the Connected World”.
Un documentario che all’inizio affronta la venuta di Internet (anno di grazia 1969, quando per la prima volta si riuscirono a connettere tra di loro ,via computer,due Istituzioni lontane qualche centinaia di Chilometri) fino a raccontare e raccontarci in dieci capitoli. Ironia, sogno, disincanto, arguzia, punti di domanda, troverete tutto questo in questo curioso viaggio nei tempi moderni. Herzog si focalizza, inoltre, sulla natura che ci circonda e permette ancora di staccare la connessione vivendo in oasi protette dalla frenesia e dalla smania di essere sempre online in qualche modo. Le interviste a chi questo mondo ha contribuito a cambiarlo e a far si che questa rivoluzione è poi diventata modus vivendi sono i momenti clou del documentario.
Dalle loro vive parole la testimonianza di questi tempi, quello che è stato, quello che è oggi con uno sguardo sul futuro con le sue domande ancora senza risposte. Werner Herzog ha il pregio di regalarci non un documentario freddo come le macchine e le fibre di cui parla, ma si lascia il cinema con un sorriso, e la domanda se Internet un giorno proverà cosa è l’amore ce la troveremo a fare anche quando il film è archiviato dentro di noi.
Recensione di Fabrizio Fontanelli