GORBACIOf regia di Stefano Incerti, con Toni Servillo, Mi Yang, Geppy Gleijeses, Nello Mascia, Gaetano Bruno, Hal Yamanouchi, Antonio Buonomo. Durata 85 min. Italia, 2010
Toni Servillo in stato di grazia (ma non è una novità) al servizio della bozza di un film.
Un’occasione sprecata quella del regista partenopeo Stefano Incerti, che nel suo film, o meglio mediometraggio, visto la scarsa ora e un quarto di durata, racconta con pochi dialoghi e molte inquadrature del protagonista, una piccola storia di ordinaria cronaca nera. L’onnipresente Servillo interpreta Marino Pacileo, impomatato contabile presso il carcere di Poggioreale col vizio del poker, a causa del quale frequenta il retrobottega di un ristorante cinese, attrezzato per l’appunto con un tavolino da gioco e frequentato da altri squallidi figuri come lui e da uno sgradevole ricco avvocato senza scrupoli, interpretato egregiamente da un volto poco presente sul grande schermo perchè più avvezzo al palcoscenico teatrale, ovvero Geppy Gleijeses. Pacileo, ribattezzato Gorbaciof, anzi Gorbaciò a causa di una vistosa chiazza in fronte, decide di intervenire in soccorso del proprietario del ristorante, improvvisamente inguaiato per debiti di gioco e la cui situazione finanziaria rischia di compromettere la bella figlia, cameriera nello stesso locale. Il triste e squallido tran-tran del vedovo Gorbaciò sembra riacquistare senso e significato nel prendersi a cuore la sorte della giovane ma…
Soggetto e sceneggiatura, seppur non originalissimi, sono azzeccati; apprezzabile anche l’operazione di sottrazione ed asciugamento del tessuto narrativo da eccessi di dialogo ed azione. Tutto viene ridotto all’essenziale e si lascia che a ‘fare’ il film sia il linguaggio del corpo di un monumentale Servillo insieme ad un efficace montaggio (basti pensare all’interessante contrapposizione tra occhiaie ed occhi a mandorla del finale). A forza di ridurre all’osso la sostanza del film rimane però un senso di incompiuto, di irrealizzato e di inespresso. Le conseguenze dell’amore, stavolta, oltre a donare allo spettatore il raro privilegio di vedere Servillo sorridere, non costituiscono una struttura narrativa adeguata alle ambizioni della pellicola. Menzione speciale per Mi Yang, l’attrice che interpreta Lila, la figlia del ristoratore cinese: sa conquistare lo spettatore inquadratura dopo inquadratura, lasciando intatto il mistero che avvolge il suo mondo ma permettendo di intravedere squarci di un universo di sensazioni e sentimenti che, seppure semplicemente evocati e non sempre esplicitati, risultano efficacemente delineati.
Recensione di Fabrizio
[…] pellicola della settimana: 21-27 ottobre 2010 GORBACIOF regia di Stefano Incerti Tutto viene ridotto all’essenziale e si lascia che a ‘fare’ il film sia il linguaggio del […]