Giorni e Nuvole
Regia: Silvio Soldini. Con Antonio Albanese, Margherita Buy, Giuseppe Battiston, Alba Rohwacher.
“Vanno, vengono, per una vera mille sono finte, e si mettono tra noi e il cielo, per lasciarci soltanto una voglia di pioggia”
Chissà se Silvio Soldini ha pensato a Fabrizio De Andrè nello scegliere il titolo del suo ultimo film.
“Le nuvole” del cantautore genovese, comunque, ben si adattano alle atmosfere ed alle vicende narrate in questa riuscita opera di uno dei migliori registi italiani delle ultime generazioni.
Dopo i toni più leggeri e spesso surreali dei suoi lavori più recenti, l’autore di “Pane e tulipani” e di “Agata e la tempesta” riscopre toni e chiaroscuri che avevano caratterizzato opere come “Le acrobate” e “Un’anima divisa in due”.
Elsa e Michele, una figlia ventenne (Alice), sembrano il ritratto della coppia di cinquantenni benestante e solida che ha raggiunto un equilibrio ed un’armonia perfetta. Addirittura Elsa riesce a coronare il sogno di laurearsi in storia dell’arte. La crisi esplode improvvisa e devastante: Michele viene estromesso dalla società che ha fondato anni prima e si ritrova improvvisamente senza lavoro e senza più certezze. L’infruttuosa ricerca di un altro lavoro, la necessità di vendere la loro bella casa per trasferirsi in periferia, le umiliazioni subite da entrambi nell’affrontare il nuovo stato delle cose, portano la coppia a scontri sempre più duri; all’apatia che porta Michele alla depressione fa da contraltare la sorprendente energia con cui Elsa affronta le difficoltà. Proprio quando tutto sembra lasciar pensare al peggio, “tante coppie si separano per molto meno” riferisce Michele alla moglie in una delle loro discussioni, i due si aggrappano alla loro più grande ricchezza: l’amore che li ha sempre tenuti vicini permetterà di affrontare il futuro pieno di incognite con una ritrovata vitalità di coppia.
Non si pensi ad un finale consolatorio, il film arriva a queste conclusioni dopo un lungo viaggio tra le pieghe di una città, Genova, simbolo della metropoli di inizio millennio, in cui il lavoro non è più una certezza, le relazioni sociali sono sempre precarie e spesso troppo legate al proprio status o alla convenienza.
Pellicola asciutta, girata benissimo, con i due protagonisti veramente ispirati: Albanese in stato di grazia e la Buy meno nevrotica e più solare del solito.
All’ovest l’aria non è serena, anzi spesso è irrespirabile, ma in fondo alla galleria si intravede uno spiraglio.
Recensione by Fabrizio
[…] alle prese con problemi comuni. Il regista, anche nei suoi precedenti lavori, come il recente Giorni e nuvole, ci ha descritto accuratamente i sentimenti, il suo vero campo d’indagine, la sua è la poetica […]