Brivido nella notte, di Clint Eastwood, con John Larch, Clint Eastwood, Jessica Walter, Donna Mills, Don Siegel. USA 1971. Durata: 102 minuti
California, inizio anni settanta: un DJ ‘sciupafemmine’, con tanto di decappottabile per sfrecciare sulla litoranea tra scogliere, spiagge del Pacifico e scenari da Mercoledì da Leoni, mentre la sua ragazza è fuori città rimorchia in un bar un’ascoltatrice del suo programma notturno nonchè grande ammiratrice, nella convinzione dell’ennesima ‘botta e via’. Ma a causa dell’ inaspettato, morboso e paranoico attaccamento della ragazza che doveva essere solo l’avventura di una notte, la vicenda assume rapidamente i connotati della tragedia.
Una trama semplice, pochi attori, un regista esordiente: c’erano tutti gli elementi per un film insipido e trascurabile. Eppure sin dal suo esordio dietro la cinepresa Clint Eastwood, all’epoca 41enne, dimostra la sapienza e le capacità espressive e narrative che diverranno la sua cifra stilistica nella sua lunghissima carriera di celebrato cineasta. “Play Misty for Me”, questo il titolo in originale, è una pellicola figlia della nuova Hollywood che in quegli anni esprimeva la meglio gioventù (da Jack Nicholson a Dustin Hoffman come attori, da Mike Nichols a Bob Rafelson come registi), permeata dello spirito di trasgressione e della voglia di libertà che a cavallo tra sessanta e settanta trovavano casa nella West Coast sotto l’insegna sesso, droga e Rock’n’Roll; con uno sguardo dall’alto, come certe inquadrature panoramiche di cui il film è costellato, ovvero senza che il protagonista (lo stesso Eastwood) si senta realmente partecipe di quel qualcosa che sta accadendo lì, citando i Buffalo Springfield dell’epoca, ma anzi che ne subisce le conseguenze suo malgrado, lui che voleva solo divertirsi con l’ennesima conquista ‘one shot’ da bravo playboy californiano. Non si può parlare di moralismo nè di perbenismo, ma di certo nel raccontare la disavventura dell’incauto speaker radiofonico Dave Garner c’è da parte di Clint una malcelata critica ai costumi troppo libertari imposti dai tempi che correvano con una neanche troppo nascosta reprimenda nei confronti dell’emancipazione femminile, altro cavallo di battaglia dell’epoca. Il film non risulta troppo datato nonostante non abbia il ritmo di analoghe pellicole dei giorni nostri e ben documenta le atmosfere e le dinamiche sociali del periodo. C’è anche spazio per una specie di videoclip ante litteram, tra l’ingenuo e il kitsch con atmosfere a metà strada tra i Santo California e i Mamas & Papas , che descrive la love story del protagonista e la sua bella prima del tragico finale, impreziosito dal delicato, quasi commovente brano The First Time Ever I Saw Your Face cantato da Roberta Flack. Qualche piccola curiosità per finire: non molto tempo dopo le riprese, Eastwood sarebbe diventato sindaco della cittadina di Carmel, spesso menzionata (e attraversata) nel film. In un locale notturno lungo la costa, frequentato dai protagonisti, si esibisce Cannonball Adderley con un giovane ma già vittima della calvizie Joe Zawinul, che eseguono l’inconfondibile Mercy, Mercy, Mercy. Per finire, il barista amico del DJ è il regista Don Siegel, che aveva da poco diretto Eastwood ne Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!
recensione di Fabrizio Forno
kitsch con atmosfere a metà strada?