Gen 232017
 

Arrival:, Regia: Denis Villeneuve Cast: Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker. Produzione USA. Durata: 1h 58 m
★★★★☆
arrivalQuesta bellissima opera conferma la raggiunta maturità artistica del regista Canadese Denis Villeneuve, dopo le due incredibili pellicole Sicario e Prisoners. Il film si colloca nel nuovo filone Pysco-SciFi moderno, inaugurato da opere come Moon (di Duncan Jones) e che ha come massimo rappresentante Interstellar (di Nolan), dove sono gli spessori psicologici dei personaggi più che la computer grafica a predominare. La storia richiama in maniera
prepotente e molto diretta Incontri Ravvicinati del Terzo tipo, dove un primo contatto con gli extraterrestri crea un panico generale nelle autorità per tentare di capire come fare a comunicare con loro per sapere cosa vogliono, se sono amici o nemici. Ma mentre nel film degli anni settanta le note musicali, in maniera alquanto naif, erano il legame tra le due specie, qui un’ottima sceneggiatura spiega in maniera più articolata questa difficoltà e ne fa il leitmotiv di tutta la storia.

Come nelle due precedenti pellicole di Villeneuve è il personaggio principale, un’accademica linguista Luise Banks (un’ottima Amy Adams), che anima tutta la storia con le sue sofferenze. E ancora una volta, come in Prisoners, è la perdita di una figlia il motore di tutto il film, girato con dei primi piani che sembrano entrare dentro l’anima dei protagonisti con un tocco tanto lontano dal tipico prodotto hollywoodiano che per i primi 5 minuti chi non conosce Villeneuve potrebbe chiedersi se per caso non si sia sbagliata sala di proiezione. Luise è affiancata da un Fisico Teorico Ian Donnelly (impersonato da Jeremy Renner) alla guida di un team di scienziati che hanno come scopo comunicare con gli Alieni. Ed è proprio tutto quel processo di ricerca che porta alla lenta scoperta del linguaggio alieno che avvince lo spettatore e lo accompagna sino ad un finale intenso e soddisfacente e che non trasmette quel leggero senso di incompiuto che invece il film di Spielberg poteva lasciare intendere.

Speriamo che Blade Runner 2049, il sequel di un film tanto osannato, non vada a guastare l’ottimo percorso intrapreso da questo grande Regista contemporaneo.

 

Recensione by Magister

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