American Sniper, di Clint Eastwood. Con Bradley Cooper, Sienna Miller, Cory Hardrict, Jake McDorman, Navid Negahban, Luke Grimes, Kyle Gallner, Owain Yeoman, Brian Hallisay, Sam Jaeger, Eric Close, Bill Miller, Max Charles, Tom Stern. 132 min. USA 2014
L’ultimo film di Clint Eastwood ripercorre la storia di Chris Kyle, tiratore scelto del corpo speciale dei Navy Seals il quale, con 4 missioni in Iraq alle spalle, racconta la sua esperienza nel libro autobiografico “American Sniper”, titolo mantenuto anche nel film, e che è diventato un bestseller non solo in America.
Nel ruolo di supercecchino Chris Kyle diventa una leggenda fra i suoi commilitoni per aver ucciso 160 nemici che a loro volta lo considerano il nemico numero uno. Inoltre nello schieramento opposto c’è un cecchino altrettanto leggendario e questo fa sì che all’interno del conflitto si sviluppi anche una guerra personale tra i due tiratori. Tutte le vicende belliche di Kyle si intrecciano con quelle della vita privata: l’addestramento, il fidanzamento, il matrimonio, le quattro partenze per l’Iraq, la nascita dei due figli, fino alla sofferta decisione di congedarsi per restare con la famiglia. Non morirà in Iraq in un’azione di guerra, né per mano di un cecchino. Morirà invece in America quando, tornato definitivamente a casa, si metterà a disposizione per la riabilitazione dei veterani affetti dalla sindrome da stress post traumatico, che lui stesso ha dovuto affrontare e superare. Verrà ucciso nel 2013 da un giovane veterano in un poligono di tiro, a cui aveva consigliato di andare a sparare come terapia. Il film si conclude con i solenni funerali e gli onori che gli saranno tributati per aver contribuito con il suo operato a rendere più sicure le azioni dei suoi commilitoni e averne salvaguardato l’incolumità.
Clint Eastwood aveva già raccontato la guerra vista e vissuta dai due opposti schieramenti, quello americano e quello giapponese, con due autentici capolavori: “Flags of our Fathers” e “Letters from Iwo Jima”. La scelta di confrontarsi nuovamente con questa tematica, come dichiarato dallo stesso regista, è nata dalla volontà di analizzare le motivazioni di una persona che decide di fare il militare e servire il proprio Paese in tempi nei quali questa scelta è poco condivisa e dove le guerre non hanno più i contorni netti e ben definiti come nel passato. “Oggi i giovani non vogliono più andare a combattere, forse non sanno più per cosa si combatte, una volta non era così” dice Clint, ma forse invece lo sanno molto bene visto che la guerra scatenata in Iraq, paese ritenuto in possesso di armi di distruzione di massa, si fonda su una colossale bugia, avallata da George W. Bush e Tony Blair perfettamente consapevoli di mentire. Nel film è messa bene in evidenza la disparità di mezzi a disposizione dei due opposti schieramenti; si vedono in primo piano gli americani che avanzano su imponenti veicoli corazzati contrassegnati dall’inquietante effigie del “Punitore” della Marvel, mentre sullo sfondo gli iracheni si spostano su delle comuni auto e, nonostante sembrino formiche al cospetto di giganti, combattono con altrettanta convinzione e determinazione. La parte emozionale del film è sintetizzata nella scena in cui Chris parla al telefono satellitare con la moglie che gli sta comunicando la nascita della figlia, mentre lui sta inquadrando nel mirino una donna con un bambino e deve decidere se sparare o no. La scena più ad effetto è invece quella che conclude la guerra personale tra i due cecchini: Chris, dall’alto dei tetti sotto i quali si scatena la guerra, inquadra nel mirino il cecchino rivale e decide di sparare anche se la distanza che lo separa dal bersaglio è abissale. Premuto il grilletto la macchina da presa segue il proiettile lungo tutta la traiettoria, in una lunghissima sequenza, fino al bersaglio finale.
Un bravo regista, ed Eastwood lo è, sa scegliere l’attore più adatto al ruolo e dirigerlo al meglio. Obiettivo perfettamente riuscito con l’attore Bradley Cooper, nel ruolo di Chris Kyle. Come il protagonista del suo ultimo film Clint Eastwood non sbaglia un colpo, anche se al posto delle armi imbraccia una macchina da presa.
Recensione di Franca