Across the universe
Regia: Julie Taymor. Con Evan Rachel Wood – Jim Sturgess – Joe Anderson – Dana Fuchs
Un piacere per gli occhi e per le orecchie. Ma soprattutto per il cuore. Da tempo non mi capitava di assistere ad una proiezione con un fragoroso scroscio di applausi ad accogliere i titoli di coda. Ebbene, il film musicale della regista Julie Taymor, già autrice di ‘Frida’ nonché del musical tratto dal Re Leone, è riuscito nel piccolo miracolo di rievocare i ‘favolosi anni sessanta’ senza retorica facendoci rivivere le emozioni di chi aveva all’epoca vent’anni e, probabilmente, far capire qualcosa di quel periodo a chi vent’anni li compie oggi, meglio di tanti documentari o trattati di sociologia.
Questo film, anzi, quest’opera rock, come preferisco definirla, mi ha riportato alla mente le sensazioni provate nel vedere ‘Hair’, dal quale mutua molte atmosfere e l’ambientazione newyorkese. La vicenda narra la storia d’amore tra Jude, operaio dei cantieri navali di Liverpool che sbarca negli USA in cerca di migliore fortuna e di un padre mai conosciuto, e Lucy, rampolla di una benestante famiglia del New England, nonché sorella dello scavezzacollo Max, studente di Princeton che ben presto diverrà il miglior amico di Jude. Gli sconvolgimenti sociali della fine degli anni ’60 e la guerra in Vietnam porteranno i nostri a perdersi e ritrovarsi, con una collettiva presa di coscienza del sociale, attraverso esperienze di vita in comune, droghe e tutto quanto veniva all’epoca classificato come ‘controcultura’. Il tutto con la presenza dominante della musica dei Beatles, utilizzata come un libretto d’opera su cui basare il soggetto e la sceneggiatura. In questa logica, i nomi dei protagonisti (Prudence, Sadie, Rita , Dr Robert) fanno diretto riferimento ai testi delle canzoni dei fab four, così come alcune citazioni (Prudence che entra dalla finestra del bagno, oppure il concerto finale sul tetto della casa discografica) rimandano continuamente alla poetica dei Beatles. Le coreografie di Daniel Ezralow sono molto ben congegnate e perfettamente amalgamate alla musica, i cui arrangiamenti ed interpreti sono sicuramente la marcia in più di quest’opera, di cui voglio menzionare tre scene particolarmente riuscite: il reclutamento di Max da parte dell’esercito, sulle note di ‘I want You’, ‘Strawberry fields forever’ che accompagna il massacro del Vietnam, col rosso delle fragole misto al sangue, ed una splendida versione di ‘Come together’ cantata da Joe Cocker, nella triplice veste di barbone, pappone e hippie. Di contro, ho trovato poco azzeccato e fuori luogo il cameo di Bono, che, seppur in maniera autoironica, interpreta ‘I’m the Walrus’ con eccessivo protagonismo e supponenza.
Giustamente considerato uno dei film più importanti alla recente Festa del Cinema di Roma, ‘Across the universe ‘ è un’opera che raccomando anche a chi non ha mai sopportato i Beatles, in cui la musica si fonde perfettamente con la danza, con la tecnica digitale, col cartoon e con il linguaggio dei videoclip.
Concludo con una domanda: perché i sottotitoli in italiano si limitano alla traduzione dei soli primi versi delle canzoni?
Recensione by Fabrizio
Dopo che hai giustamente raccomandato di andare a vedere Across The Universe, ora sono io che raccomando a te e ai tuoi lettori di visitare il blog ufficiale del film, dove troverete molte curiosità sia sulla pellicola sia sul mondo dei Beatles in generale.
Il link al blog è: acrosstheuniverse-dvd-bluray.blogspot.com
Buona navigazione!