Sfugge alle etichette che vengono riservate ai più grandi divi hollywoodiani e non. In modo accorto seleziona copioni per mantenere alti i traguardi raggiunti, ma, soprattutto, per l’intimo bisogno di un rigore assoluto.
La luce sugli oceani è uno scontro di anime, di un triangolo esistenziale che si staglia sul panorama (reso eccezionale dall’ottima fotografia e dal sapiente utilizzo della mdp) di un paesaggio immenso e affascinante, ma a volte anche duro, crudele e mirato a mettere alla prova la (r)esistenza di chi lo abita.
La visione di Cratta è sorprendente, come lo è l’eclettismo artistico del talentuoso Fausto Romano che, in poco tempo, ho visto calarsi con estrema disinvoltura nel ruolo dello scrittore, del performer teatrale e cinematografico, e in quello del regista.
La messinscena, arricchita dall’impeccabile fotografia di Francesco Di Pierro e dalle bellissime musiche di Cesare Dell’Anna insieme a Opa Cupa, costringe lo spettatore a immergersi in una storia senza tempo, e a seguire il filo delle immagini tracciato dalla macchina da presa. Immagini che viaggiano parallele alle storie dei personaggi e che, nello stesso tempo, riecheggiano il cinema di Tati, Keaton e Chaplin.
Molto più cupo che in precedenza (senza tuttavia aver accantonato gli sprazzi di black humour) John Wick – Capitolo 2 non si riduce a mero sfoggio di scene d’azione violente e coreografie da combattimento perfettamente sincronizzate, in quanto si rivela essere un’analisi introspettiva dell’animo di Wick, uomo ormai solo e senza più nulla da perdere
…opera molto interessante, ricca di interviste originali allo stesso Iggy Pop e agli altri musicisti che hanno contribuito all’avventura degli Stooges. Sicuramente Iggy è al centro della scena, come è anche lecito aspettarsi vista la sua fama, ma interessanti sono anche i racconti di James Williamson, chitarrista subentrato nel terzo disco e diventato successivamente ingegnere elettronico alla Sony.