Moretti non fa un film di dolore ma sul dolore (soprattutto il suo), inteso come esperienza di vita ineludibile, dimenticando volutamente il gusto per la lacrima facile e strappando qua e là anche qualche risata,
Un bravo regista, ed Eastwood lo è, sa scegliere l’attore più adatto al ruolo e dirigerlo al meglio. Obiettivo perfettamente riuscito con l’attore Bradley Cooper, nel ruolo del cecchino Chris Kyle. Come il protagonista del suo ultimo film Clint Eastwood non sbaglia un colpo, anche se al posto delle armi imbraccia una macchina da presa.
Basato sulla vera storia di Walter Keane e sua moglie Margaret (rispettivamente interpretati da Christoph Waltz e Amy Adams) arriva nelle sale l’ultima fatica del “dark director” Tim Burton, che qui abbandona le tinte gotiche a favore di quelle pastello, per raccontarci la parabola artistica e sentimentale di questa coppia di gran successo a cavallo tra i 50 e i 60.
Le Meraviglie merita il Grand Prix Speciale della Giuria di Cannes 2014 e stupisce: meraviglia. Le meraviglie di cui ci racconta Alice Rohrwacher hanno la forza del sentimento, la leggerezza della semplicità e la profondità dell’amore. Sono le vite dei componenti di una famiglia, intrecciate con l’ambiente naturale, con il territorio, i desideri e un’aspirazione al bene, al giusto e alla felicità.
Cronenberg prosegue a suo modo il discorso iniziato con Cosmopolis, ma riuscendo stavolta a scandagliare le coscienze affondando il coltello nella piaga (sociale) con foga da quaresimalista, senza risparmiare nessuno e tralasciando accuratamente giudizi morali di sorta, evitando qualsiasi catarsi presunta o tale e lasciando allo spettatore l’assoluta libertà di identificarsi con uno (o meglio nessuno) dei protagonisti. Il regista canadese passa al setaccio tutto il malcostume dell’epoca odierna, criticando lo star-system a tutto tondo