Privo di manierismi di sorta e di appesantimenti relativi al genere, arricchito da una meravigliosa fotografia e da un affiatato cast all black capitanato da Denzel Washington a cui – spesso e volentieri – ruba la scena la vulcanica e intensa Viola Davis, Barriere è la lucida e intima analisi del rapporto tra marito e padre verso moglie e figli
Moonlight
Sebastian e Mia sono due satelliti che ruotano nella stessa orbita, due stelle non ancora nel pieno della loro brillantezza eppure pieni di sogni, di idee e di obiettivi da conseguire. Non è nascosto, quindi, che i due personaggi chazelliani siano la trasposizione odierna della figura del losers, di quel tipo di persona che cerca in tutti i modi di sfondare
Puntualizziamo subito che questo film non è per tutti. Sicuramente non è per uno spettatore sbrigativo o alla ricerca di una visione spettacolare e dinamica (alla Mel Gibson per intenderci). Piuttosto è un film che induce alla riflessione e quindi si avvale di tempi dilatati, quasi al limite della sopportazione, quale condizione necessaria per essere interiorizzato e successivamente elaborato. È un lavoro a lento rilascio che richiede uno sforzo enorme allo spettatore.
Nonostante l’origine letteraria che, spesso e volentieri, si rivela un’arma a doppio taglio per le trasposizioni cinematografiche, Miss Peregrine conferma il ritorno del regista Burton a quella sua filmografia delle origini, costruita sulle tematiche della diversità, della paura dell’anormalità nella vita normale di tutti i giorni….
è proprio il fervido ricordo degli attacchi al World Trade Center, vivo e vibrante nella New York che fa da sfondo alle vicende, che rende Sully una pellicola altamente emotiva la quale, diversamente dalle accuse di propaganda e retorica mosse negli ultimi anni all’Eastwood regista, mette in luce senza stucchevolezza o patetismi melensi il lato umano e altruista degli Stati Uniti