A metà strada tra la fantascienza più classica, ovvero quella incentrata sul terrore proveniente dall’ignoto e su quell’horror più artigianale figlio degli anni Settanta e Ottanta, A Quiet Place si avvale di quell’impianto lovecraftiano basato sul perenne gioco del vedo non vedo e sull’orrore più suggerito che mostrato
Al di fuori delle sicure mura del motel, rappresentato come un castello inespugnabile e rifugio franco di un microcosmo corale di situazioni e persone, c’è il mondo, quello vero, che non fa sconti a nessuno, in cui la dignità di una madre (o di più madri) viene annullata e mercificata fisicamente pur di non rinunciare al proprio figlio e all’amore, filiale e genitoriale, reciproco e incondizionato
Tra alternanza dei vari punti di vista, utilizzo dello split screen e personaggi che infrangono la quarta parete Tonya procede su due binari paralleli che, inevitabilmente e disastrosamente, vanno a collidere: da un lato quello della professione di sportiva incentrato sui sacrifici, gli amari fallimenti e le meritate vittorie, dall’altro lato, invece…
Tra deliri “d’autore”, capricci senza senso e giorni di riprese asfissianti e sfiancanti, The Disaster Artist è la messa in scena del coronamento di un sogno che, nonostante abbia più le connotazioni di un incubo ad occhi aperti, prende forma consacrando The Room sì come opera bistrattata e fatta a pezzi dalla critica di mezzo mondo ma – parimenti – diventata nel corso degli anni oggetto di culto tra gli appassionati e nelle proiezioni di mezzanotte