Nella semioscurità del tempio, illuminato solamente da flebili candele, i due musicisti hanno dato vita ad una performance straniante, dolcemente evocativa, un flusso di note, di suoni, e di vocalità che ricordano i canti devozionali indiani o pakistani, come il qawwali, o quelli dei dervishi, il tutto in simbiosi perfetta con i momenti del silenzio, che contribuivano a creare un’atmosfera di rara serenità….
L’Autore accetta la sfida e realizza un’opera dark sontuosa e visionaria, in cui tre storie si intrecciano tra di loro, come un fiume in piena che travalica il cinema di genere per diventare un affresco cupo e suggestivo in cui viene raffigurato l’animo umano, le sue angosce, le sue aspirazioni, la sua crudeltà.
Giancarlo Cauteruccio, riprende ed aggiorna (Un Nuovo Canto) questa incandescente materia, e realizza un’opera visuale di straordinaria fascinazione, spostando i confini della visualità teatrale in territori misteriosi ed inesplorati, regalando allo spettatore uno stupore ed emozioni di profonda intensità
Il progetto di musica sperimentale Sixth Comm nacque nel 1986 da una costola dei Death in June, con la separazione di Patrick Leagas, che sembra abbia scelto detta denominazione ispirandosi al “Sesto Comandamento, “Non Uccidere”.
Inizialmente fu un progetto parallelo ai Death in June, di matrice neofolk, ma a poco a poco Leagas dette un’impronta più industrial e dance electronic
“Trama!” Si snoda come un vecchio film drammatico, di quelli che negli anni settanta erano considerati di “impegno civile”: tutto parte da un misterioso invito a cena che un giornalista di una testata conservatrice riceve, alla fine degli anni settanta, in una villa appena fuori Milano. Entra, pertanto, con oscuri presentimenti, in una realtà conviviale inquietante, kafkiana, misteriosa, ove un potere occulto e fascinoso dispiega i suoi rituali, sino a svelare un disegno semplice, inclusivo e corruttore, dove il giornalista si smarrisce e perde la sua identità, diventando complice di trame occulte ed eversive.
Francesco Rosi, uno dei più grandi registi italiani di sempre, è scomparso a 92 anni, dopo una intensa vita spesa nella cultura e nell’impegno civile, che lo ha reso un testimone del nostro tempo, un intellettuale indomito ed antidogmatico, che sapeva scavare nella realtà contemporanea, e metterne in luce i lati più oscuri e contraddittori.
Anche se in ritardo, ci occupiamo del Villa festival in quanto esso costituisce, soprattutto per la serietà organizzativa e l’ottima selezione dei musicisti, una delle rare occasioni che in Italia offrano la possibilità di assistere a concerti di ottima levatura per chi ama le sonorità oscure, dal neofolk alla dark wave, al dark ambient, al neoclassical ed all’industrial.