Slowcult ha visto in anteprima il film di Stefano Sollima con Benicio del Toro e Josh Brolin, in uscita in Italia il prossimo 18 ottobre: un sequel degno del primo capitolo di Denis Villeneuve
Tra sprazzi di brutale e disperata violenza, flashback, tempi lenti e dilatati e momenti dal ritmo più conciso, A Beautiful Day si conferma come un ottimo prodotto dal forte impianto scenotecnico (una regia solida, una superlativa fotografia e un’ottima colonna sonora, a volte dal sapore decisamente lynchiano, ma di certo non un film perfetto e non privo di qualche lieve difetto)
A metà strada tra la fantascienza più classica, ovvero quella incentrata sul terrore proveniente dall’ignoto e su quell’horror più artigianale figlio degli anni Settanta e Ottanta, A Quiet Place si avvale di quell’impianto lovecraftiano basato sul perenne gioco del vedo non vedo e sull’orrore più suggerito che mostrato
Al di fuori delle sicure mura del motel, rappresentato come un castello inespugnabile e rifugio franco di un microcosmo corale di situazioni e persone, c’è il mondo, quello vero, che non fa sconti a nessuno, in cui la dignità di una madre (o di più madri) viene annullata e mercificata fisicamente pur di non rinunciare al proprio figlio e all’amore, filiale e genitoriale, reciproco e incondizionato