Un sound unico, frutto di un’inaudita fusione tra bianco e nero: una freddezza new wave/no-wave e industriale che incontra il calore del gospel e del soul, il tutto mescolato con un po’ di elettronica possente e dissonante e sparato fuori con intensità figlia del punk, per veicolare testi esplicitamente politici, dichiarati strumenti di lotta contro tutte le ingiustizie della nostra epoca.
Ed è sulla base delle comuni radici sarde, di una voglia diversa ma comune di esplorare spazi sonori nuovi e di contaminarsi vicendevolmente, e di una conseguente stima reciproca poi diventata amicizia, che nasce la collaborazione tra Iosonouncane e Paolo Angeli: il primo un compositore con una cura profonda del dettaglio, il secondo un improvvisatore in grado di muoversi in tutto lo spettro che va dal virtuosismo al rumore.
Quasi senza farsi vedere Neil Young si affaccia per un inizio di concerto davvero memorabile: prima siede al pianoforte per “After The Gold Rush”, poi con la chitarra acustica pesca da “Harvest” due tra i suoi brani più famosi, “Heart of Gold” e “The Needle and the Damage Done”, infine si siede nuovamente, stavolta al pump organ, per “Mother Earth”, che anticipava già nel 1990 alcuni dei temi approfonditi nel tour di quest’anno.
A dispetto di tutti questi riferimenti per nulla nascosti la musica di Ryley Walker è ben lontana da un’imitazione o da una riproduzione calligrafica, che peraltro risulterebbe assai poco credibile data la grandezza delle personalità in questione: i brani del chitarrista americano risultano invece freschi, sinceri, coinvolgenti nelle loro trame vocali e chitarristiche alla ricerca di serenità e di introspezione, o nei loro momenti più intensi, esplorando le dinamiche più forti che la sua bellissima Guild può consentire.
I Verdena sfoggiano sempre intatta la voglia di percorrere anche le strade meno battute, di sperimentare con la composizione, con i suoni e la produzione, insomma, di fare quello che vogliono loro, come e quando lo vogliono loro, un’attitudine che non potrebbe permettersi qualunque band nella loro posizione.
Sbarca a Roma il festival internazionale itinerante “Match&Fuse”, un importante appuntamento dedicato alla musica indipendente, sperimentale e fuori da ogni schema, che giunge alla terza edizione, dopo Londra 2012 e Oslo 2013. Ad ospitarlo dal 5 al 7 giugno saranno i bellissimi spazi dell’ex-Snia di via Prenestina