Roma, Tempio di Adriano 25-29 settembre 2009
Nell’ambito dell’interessante rassegna ‘Festival della letteratura di viaggio’, che ha luogo a Villa Celimontana, al Palazzo delle Esposizioni ed al Tempio di Adriano di Piazza di Pietra, sono state esposte proprio in quest’ultimo spazio le opere, acquerelli e litografie di due pittori, accomunati dall’essere viaggiatori e non turisti e dal soggetto scelto per questa mostra, l’Egitto.
La peculiarità di quest’esposizione è data dalla possibilità offerta ai visitatori di assistere alla visita guidati proprio da Stefano Faravelli, che seguendo le orme di David Roberts, celebre pittore dell’ottocento e precursore dei moderni fotoreporters, grazie agli approfonditi studi sulla cultura egiziana ed islamica in genere, alla possibilità di una minuziosa preparazione dei propri viaggi, alle numerose amicizie con i maggiori rappresentanti della cultura egiziana contemporanea ed ad una lunga permanenza nel paese, è riuscito a restituirci un ritratto meticoloso, appassionato e dettagliato di un paese per alcuni aspetti ancora sconosciuto ed inesplorato.
Le opere esposte sono fogli, cartoncini, tele, ma soprattutto taccuini di viaggio, la vera peculiarità della mostra, estraibili dalle teche e consultabili dai visitatori, sotto l’occhio vigile ma benevolo dell’autore. E’ possibile quindi toccare con mano questi oggetti tascabili, che oltre ad essere i classici notes utili per riportare appunti di viaggio, diventano opere d’arte anch’essi, con al loro interno riproduzione dei luoghi visitati, banconote che ritraggono gli stessi, pezzetti di manifesti strappati dai muri, pacchetti di sigarette di cinquant’anni fa, simbolo di un Egitto appena indipendente che oggi non c’è più, trasformandosi in diari unici ed incredibilmente preziosi.
Nel corso del suo racconto descrittivo, l’artista cita Borges, autore del celebre L’Aleph, in cui si mette in discussione il ruolo dell’uomo occidentale medio, in cui si parla di geografia come di uno spazio mentale oltre che fisico, per poi riferirsi al tema dell’emozione rivissuta in tranquillità, caro ai poeti romantici inglesi coevi di David Roberts, del quale è possibile ammirare alcune opere da confrontare con quelle del suo omologo italiano nostro contemporaneo.
Proprio con riferimento a quest’ultima fase creativa, quella cioè di opere non direttamente ispirate al viaggio, o composte immediatamente a ridosso dello stesso, ma di quadri di natura spesso onirica e fantastica, una parte della mostra è incentrata su acquerelli dipinti rivivendo a distanza di tempo le emozioni rimaste al ritorno dal viaggio, rielaborate in base al ricordo, al racconto di coloro con i quali si è condivisa quest’esperienza, nonché ovviamente alle successive ricerche sull’argomento.
L’autore non nuovo a reportage così particolari ed approfonditi, dopo Cina, Mali, India ed appunto Egitto, sta preparando un nuovo viaggio, probabilmente in Giappone, accostandosi a questo paese più come un uccello che scruta i paesaggi ed i templi che ad un intruso occidentale che si accosta ad una cultura millenaria così distante da quella occidentale. Visti i risultati, aspettiamo con impazienza il suo ritorno ed i suoi racconti.
A chi non facesse in tempo a visitare la mostra suggeriamo l’acquisto dello splendido volume Egitto – Cercando l’Aleph, che racchiude molte delle opere esposte e rappresenta una vera summa della poetica dell’Artista, oltre ad essere un magnifico e particolarissimo libro d’Arte.
Report di Fabrizio