Claudio Perri – Dalle Maceromorfosi ai Liberintro – Opere dal 1975 al 2008
Fondazione Museo Venanzo Crocetti – Roma – dal 23/10/2008 al 30/11/2008
L’artista soddisfa il proprio bisogno di esprimersi regalandoci emozioni eterne.
Sarà una considerazione banale, ma ancora una volta, di fronte al genio creativo, mi trovo a fare i conti con questa considerazione disarmante.
Da un lato l’artista ed il proprio bisogno di creare, di inventare qualcosa di nuovo, di esprimersi.
Dall’altro noi spettatori, “eternamente” emozionati, nel senso che possiamo, innumerevoli volte, ammirare un dipinto o una scultura, ascoltare una canzone o leggere un’opera appassionante emozionandoci, ogni volta, come fosse la prima.
Claudio Perri è un artista contemporaneo. Il proprio bisogno di esprimersi l’ha concretizzato attraverso varie forme espressive, raggiungendo vette di eccellenza soprattutto in due cicli che ha battezzato maceromorfosi e liberintro. Si tratta di due serie scultoree realizzate dando forma e vita nuove a materiali finiti, utilizzandoli come fossero materia grezza da scolpire. Un percorso di “reciclaggio” che spezza la canonica sequenza temporale di nascita-vita-morte di un oggetto e ne continua, qui la genialità, la trasformazione verso qualcosa di nuovo e artisticamente avvincente. Le maceromorfosi ne sono l’esempio più illuminante e clamoroso.
I giornali quotidiani sono un prodotto finito che arriva nelle nostre mani per essere consumato fresco ed il giorno dopo è già inutile, morto. Perri vede la morte del giornale quotidiano come una fase intermedia, lo raccoglie, lo fa macerare trasformandolo in un humus che poi plasma, piegandolo alla propria creatività. Una metamorfosi di carta fatta appositamente macerare per trovare nuova forma compiuta attraverso le linee e le geometrie che contraddistinguono il suo tratto artistico. Le maceromorfosi, appunto. Pannelli che l’artista scolpisce trasferendo il suo pensiero, come ad esempio il suo timore per l’invadenza artificiale dell’uomo nei confronti della naturale perfezione dell’universo che lo circonda. Perri ha ottenuto importanti riconoscimenti internazionali per le sue opere anche in considerazione dell’originalità del supporto utilizzato. Esempio eclatante di ciò, oltre che nelle maceromorfosi, è riscontrabile su una serie più recente di composizioni scultoree dell’artista, da lui denominate liberintro. Per l’artista, anche in questo caso, il libro non è il punto di arrivo di un percorso finalizzato unicamente alla funzione di supporto divulgativo, suo scopo primario nel corso dei secoli. I libri possono essere anche “interpretati” in chiave impressionistica trasferendo, a chi ammira un liberintro, un’immagine tridimensionale che sintetizzi ciò che lo scultore interpreta come l’essenza stessa di quel libro. Il suo preciso intarsio, scavandone pagine e copertine, propone una sintesi dell’impressione che l’artista ha percepito assimilando totalmente il libro, nei suoi contenuti fotografici, nei suoi testi, nelle opere in esso descritte, nei colori, nella stessa forma fisica del volume che ha avuto in mano, cristallizzando un’immagine tridimensionale autoesplicativa ed omnicomprensiva.
Di recente ho avuto il piacere di ammirare le opere di Claudio Perri presso la fondazione Venanzo Crocetti di Roma nell’ambito di una mostra personale sull’artista. In tale occasione il maestro si è fatto ammirare per la disponibilità nell’illustrare le proprie opere e la cordialità nel rapportarsi con il prossimo. Il suo contagioso entusiasmo ci consiglia di tenerlo d’occhio, in attesa di altre sorprese del suo genio creativo.
Recensione by Brünass
Per ulteriori info e riferimenti: www.claudioperri.com