Festeggiamo il ritorno de “Il sogno della Crisalide”,con l’album “Indietro Tutti!” per Gallia Music, incontrando Vladimiro Modolo:
Benvenuto Vladimiro! Allora partiamo subito a bomba.Il nuovo singolo che anticipa “Indietro Tutti!” è “Tutti esauriti” Quanto siamo esauriti oggi giorno?
V.M: BOOOOOOOMMMMMMM!! (Visto che siamo partiti a bomba!) Tale risposta soddisfa la tua domanda?
Assolutamente! hai reso l’idea. Nei tuoi brani troviamo sempre uno sguardo disincantato su questa società, ipocondriaci, studenti ai gates di Ryan Air ovvero i “cervelli” in fuga da qua, da un paese dove sembra che “Indietro tutti” (la copertina dell’album è una sintesi perfetta) sia la parola d’ordine.
V.M: Mancano travestiti, transessuali, unicorni ed ippocampi. Ah giusto, anche i gamberi… Quelli vanno indietro. Ma non lo fanno apposta. Da sociologo, non riesco a non avere un occhio critico verso ciò che succede fuori. Viviamo un momento storico difficile, forse ogni momento storico lo è stato, ma non c’è ombra di dubbio che di problemi ne abbiamo diversi e non si può sempre e soltanto scrivere frasi d’amore inflazionate e sdolcinate. Le canzoni devono servire anche ad offrire spunti di riflessione…
Venendo alla musica, anche qua si dicono le cose con il loro nome: “La musica è sold out”. Siamo tutti schiavi dei numeri, dei like, delle views, basta un brano per creare un hype e trovarsi a fare un sold out all’Olimpico.
V.M:Si dice spesso che il mercato musicale è “saturo” anche se io non capisco bene tale affermazione. Se fosse così, nessuno farebbe più musica o per lo meno, dovremmo avere sempre gli stessi artisti mainstream ed invece così non è. Ogni giorno esce questo o quel cantante, progetto musicale, band… Il problema semmai è CHI esce, quali canali ha usato e quanti soldi sono stati investiti su quell’artista. Ho usato il termine sold out perchè c’è stato un momento in cui l’it-pop italiano era in gran voga e si assisteva ad una continua quanto ipocrita autocelebrazione il cui risultato è stato quello di cui alla domanda.
Ti faccio una provocazione: ma non è che la Gpt ci può salvare in qualche modo? Le nostre intelligenze come affermi in un tratto dell’album si stanno spegnendo…
V.M: Le GPT alte solitamente indicano problemi epatici. L’unica speranza è una GPT bassa per tutti i fegati del mondo. perché se si spegne il fegato sai che cazzo te ne fai del cervello…Torno serio: Si, ci può salvare. Credo che nel giro di qualche anno le grandi major dell’industria discografica non avranno più bisogno di nuovi artisti, ma al massimo di “figuranti”, persone di bell’aspetto da portare su un palco ad “interpretare” brani scritti dalla I.A.. A quel punto, il mercato tornerà a cercare qualcosa di nuovo. Le intelligenze naturali si spengono nel momento in cui non c’è bisogno della creatività, quando anche le arti si piegano a logiche di mercato, quando tutto si riduce al consumo di “pochi secondi”, quando la qualità non ha più il giusto peso…
Ma la fine dell’album è una ballad senza tempo, “Le due metà”. Un cullarsi dopo tante sollecitazioni.
V.M:In realtà il tempo è un 3/4 in 126 bpm. Anche se quando la suono me ne dimentico. Mi cullo della mia totale incapacità di andare a tempo. Magari fosse un “cullarsi”, forse più un autocommiserarsi. In quel brano c’è molto, anche musicalmente, di ciò che ero e di ciò che sono adesso. “Io non ci sto, io morirò”, frase estrapolata da un episodio della serie Black Mirror, ha un significato opposto alla morte, ma parla anzi di rinascita ma solo nel momento in cui avrà fine l’autocommiserazione del tempo perso, e la sofferenza del dover accettare l’ineluttabilità del tempo che passa senza sforzarsi di vivere qualcosa che non esiste più.
Intervista a cura di Fabrizio Fontanelli