Milano – Mediolanum Forum, 29 ottobre 2019
Ad un’ora dall’ inizio dell’evento, il palazzetto è un brulicare di gente in festa, ed in composta attesa. Lo scenario, il Forum di Assago, teatro che ha ospitato tra le proprie mura una lista lunga, e nobile, di celebrità. Il servizio d’ordine all’ ingresso è cortese ed efficiente: non c’è ressa, e tanto meno coda ai controlli. Tutto fa presagire una serata memorabile.
All’ interno la gente è serena e cordiale: mancano poco più di 30’ e tutto sembra essere al proprio posto. Come gli “Illegal Tales”, storico Fan Club fondato e guidato magistralmente da Giovanni Pollastri, che mi accoglie con un sorriso e mi racconta qualche aneddoto off limits.
Prendo posto ad una manciata di minuti dall’ ora “ics”: il palco sembra immenso. Ai miei lati, le gradinate sono piene solo per meta! Strano, dato che era previsto il “sold out”!
Allo scoccare delle 20.00 il palco resta al buio, le luci in platea accese, gli addetti sembrano preoccupati ed i fan iniziano a dare segni di impazienza. A lenire le loro sofferenza sopravviene uno speaker: il biglietto nominale sta causando qualche problema all’ ingresso: molti fan sono privi del documento e non possono ancora entrare. Il palazzetto è pieno per metà.
Alle 20.44 parte la magia: Sting appare sul palco assieme alla sua band. Le luci calano e tutti possono mettere a fuoco gli artisti. Nonostante il tutore alla spalla, la rockstar sembra in forma, e sorprende tutti quando, in un perfetto italiano, racconta i suoi esordi assieme ad altri due amici ed a quell’ incontro, a Parigi, con “Le Cyrano de Bergerac” che da vita al mito di “Roxanne” ed al successo mondiale dei Police.
Quando il gioco di luci, i suoni e le sensazioni di “Message in a bottle” echeggiano nel palazzetto, i 10.000 fan di Sting avvertono nell’ animo che lo spettacolo a cui stanno per assistere sarà un concerto da leggenda. L’infortunio alla spalla che gli impedisce di suonare permette alla rockstar di concentrarsi solo sulle canzoni, sfoderando, a giudizio di molti, la sua migliore performance.
La star però ha voglia di condividere il momento, iniziando a dare largo spazio all’ armonicista Shane Sage che lo ripaga con due assoli formidabili. Il duetto con la corista Melissa Musique sa di romantico anni ’80, così come diventa di forte impatto lo scambio di note dei due chitarristi, Dominique e Rufus Miller. Padre e figlio!
A fare le veci della rockstar infortunata è il bassista Nicolas Fiszman. Alla batteria ed alla tastiera Josh Freese e Kevon Webster. Impegnato e suggestivo lo scambio con l’altro corista Gene Noble. Il concerto va avanti senza soste: Sting canta i suoi più grandi successi, regalando ai suoi fan il concerto dei loro sogni.
Un tono meno enfatico e solenne lo si percepisce con “If You Can’t Find Love” nata dalla collaborazione con Shaggy. Ma l’amore per il reggae riporta subito in equilibrio le emozioni del pubblico grazie al tributo a Bob Marley con l’inserimento di “Get Up Stand Up” in “Walking on the Moon” e di “No Woman no Cry” in “So Lonely” che nella commistione di suoni e di stili deflagra in platea e nelle gradinate producendo una standing ovation senza precedenti.
Poco più di 90’ di grande musica, e la sensazione che si parlerà di questo concerto per molto tempo.
recensione e foto di Aurora Marolla