Incontriamo con molto piacere Andrea Ruggiero che saluta il nuovo anno con un album denso di sapori, suggestioni e colori. Tutto dal cuore di Torpignattara quartiere romano in continuo mutamento. Ecco “Casilino Moonlight Orchestra” per la Oltre le Mura Records altra vivida realtà del quartiere romano.
Prima cosa Benvenuto su Slowcult! Molti di noi ti conoscono per le tue frequentazioni sui palchi di artisti di grandissimo spessore. Ora il grande salto.Quando hai sentito l’urgenza di confrontarti con qualcosa di tuo?
Ciao Slowcult! L’urgenza vera e propria è esplosa l’estate scorsa, quando mi sono trasferito in un appartamento nel cuore di Tor Pignattara, riuscendo, dopo tanto tempo, a ricreare delle condizioni favorevoli per concentrarmi seriamente e comporre della nuova musica. Il problema è che questa vena creativa è esplosa di notte, tra una valeriana e l’altra, durante un periodo di insonnia che, ancora oggi, fatica a terminare.
La copertina è bellissima, e ci porta tutti in una determinata zona di Roma, Roma Est con tutte le sue bellezze e contraddizioni, una parte della città sicuramente in movimento come il trenino che la attraversa. Raccontaci di questo quartiere, dei suoi odori e volti. Cosa troviamo di Torpignattara e del Casilino nel disco.
La copertina è parte integrante del disco, forse anche metà del lavoro stesso. Quando Francesca Di Paola mi ha mostrato la foto sono rimasto senza parole. Lei è un’artista giovanissima ma vanta già uno stile raffinato e molto ricercato. Con un semplice scatto ha tradotto in immagine tutto ciò che è contenuto all’interno del disco, descrivendo un piccolo segmento di città a cui sono particolarmente affezionato. Sono felice e orgoglioso di averla coinvolta in questo lavoro su Tor Pignattara, che è e rimane un posto unico in Italia, un luogo che ti cambia profondamente, ti arricchisce umanamente e ti fa sentire piccolo ma uguale al resto del mondo che ti circonda. Questo è un quartiere dove si percepisce tanta voglia di vivere e di migliorarsi ma anche tanto dolore. E questo disco è la sintesi di tutto ciò. Non è soltanto la celebrazione della bellezza di un posto che amo e che mi scuote visceralmente ma è anche l’espressione in musica di un dolore profondo che ognuno di noi porta dentro di sé.
E non è un caso che il disco esca per Oltre le Mura Records che è di base proprio a Torpignattara e ha un forte legame proprio sul territorio. Credo sia stata un unione tra voi molto naturale.
Assolutamente sì, i ragazzi che lavorano per l’etichetta vivono e conoscono molto bene il quartiere. La loro compartecipazione è stata fondamentale per rendere il lavoro coerente e in linea con quelli che erano i miei obiettivi iniziali, ovvero: coinvolgere da subito artisti della zona che avrebbero compreso il mio progetto senza obiettare alcunché. E così è stato.
Che dischi ascoltavi mentre componevi l album? Sei stato ispirato da qualcosa in particolare? Dischi, ma anche libri e credo film
Durante le prime sessioni di registrazione ho ascoltato due dischi:
“Nulla è andato perso” di Gianni Maroccolo. E’ un disco che consiglio a tutti perché c’è una profondità non solo artistica ma anche umana che ho riscontrato in pochissimi album.
“Skeleton Tree” di Nick Cave. Un disco catartico. Liturgico. Lo ascolto tutt’ora, almeno una volta al giorno.
Ahimè, ho poco tempo per leggere e poco tempo per guardare film. Quando leggo mi concentro unicamente sui saggi e, quando capita di trovarmi davanti a uno schermo, preferisco guardare documentari, preferibilmente di carattere storico.
Cosa possiamo aspettarci da un live di Andrea Ruggiero?
Un concerto intimo ma non troppo, insieme a dei musicisti incredibili con i quali suono da diversi anni: Matteo Scannicchio, Giorgio Maria Condemi, Carmine Iuvone, Luciano Turella e Sebastiano Forte.
Grazie e complimenti per questo viaggio sonoro.
Grazie a voi!
Intervista di Fabrizio Fontanelli
Foto di Andrea Ruggiero: Laura Penna
Copertina dell’album: Francesca di Paola