Ago 242017
 

The Shape: Lonely Crowd (Bass Department Records 2014)
★★★★☆

phpThumb_generated_thumbnailjpgAnche se un po vecchiotto (ma la musica si sa non invecchia mai, anzi migliora con il viverla, con il consumarla, con l’indossarla) vale assolutamente la pena di cercarlo. Ecco i veronesi The Shape e il loro “Lonely Crowd” Eleggo la loro “Sunshine” uno dei pezzi da ascoltare senza tregua, ma non solo di estate. Un elegante uccello nero spicca su un fondale rosso.E la band vola alta in questo flusso sonoro che non soffoca mai i testi intimisti, ma anzi li esaltano tra accenni tribal, un po di sana psichedelia e ballads molto intense. Una psichedelia mistica se proprio dobbiamo trovare un termine. Ma la musica non ha bisogno di termini, ma di ascolti. Prendete l’inizio di “Old Black River” traccia finale dell’album con le acustiche e i cori evocativi. Un viaggio vero, misterioso e evocativo.

The Castillos: Pilot ep (Autoprodotto 2016)
★★★☆☆

unnamed (2)Grande positività emerge in questo ep dei The Castillos, band torinese già messa in evidenza per Mtv Generation, dividendo il palco anche per Thegiornalisti e Fast Animals e Fast kids.
4 traccie molto fresche, ben suonate con molta carica, molto espressiva la voce di Lucas De Silva e belle queste armonie totalmente new wave. Un ep delizioso e fresco, segno di come la new wave italiana è derivativa si, ma molto vitale.
Da segnalare un remix di “Blossoms” realizzato da Gheesa volutamente cercato da Lucas che era rimasto colpito dalle sue produzioni. Un curioso mix di sonorità new wave e atmsofere tropicali. Un mix molto curioso che dimostra la volontà di mettersi in gioco della band torinese che sicuramente non vuole rimanere confinata in un box. Questo è segno di curiosità e di volontà di giocare con i suoni. Un attitudine che fa onore ai The Castillos.

The Floating Ensemble: Soar (2016)
★★★☆☆

peque4Scendiamo verso Imola ora, i The Floating Ensemble si definiscono Psych/Folk Rock, “Soar” è un cd di 9 pezzi, molto ben costruito e arrangiato con interessanti e mai banali trame vocali. Le voci spesso si intrecciano su belle armonie elettriche e una solida base ritmica. Non conoscevo la loro formazione originale, la “Tequila Funk Experience”, ma questi brani denotano una maestria nel proporre i brani che non sono mai scontati. “Spark” è un esempio calzante. Molto belle pure le chitarre acustiche e i loro giochi con le elettriche. Bello anche il digipack, minimale si, ma con due belle stampe nel booklet.

Fujima: ep (Hopetone Records 2016)
★★★☆☆

copertinaPrendiamo l’aereo o la nave e approdiamo ad Oristano per la proposta dei Fujima, band che si è fatta le ossa sui palchi dell’isola sarda.Un bel mix di influenze porta il quartetto a far uscire un elegante ep dove le belle melodie non sono mai banali, il cantato di Jacopo fa la sua bella figura, e cito “Spaceship Girl” e “Fiction di in you (ispirata a un corto del 1967 “”Det perfekte Menneske”, di Jørgen Leth) ottimi potenziali singoli con delle chitarre in grande spolvero.
Un Ep di sei brani dove si sente la voglia di sperimentare e giocare con i suoni al servizio della melodia. Da apprezzare che non ci sono brani filler nell’ep, ma tutti i brani hanno la loro dignità sonora.

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