Roma, Init, 22 Novembre 2013
Ne è valsa proprio la pena uscire di casa in questa fredda e piovosa notte di fine novembre, in direzione dell’Init, per assistere alla serata che vede protagonista il gruppo romano dei 2Hurt. Un progetto nato nel 2009 il cui nucleo corrisponde alle seguenti due figure di riferimento: il frontman Paolo “Spunk” Bertozzi, lunga militanza alla chitarra nelle formazioni punk e new wave della scena romana con il suo apice nei gloriosi Fasten Belt, e la violinista Laura Senatore. Con all’attivo 4 dischi, i 2Hurt vantano ormai un ampio repertorio dal quale attingere per dare vita nelle loro esibizioni live ad atmosfere che, partendo da un folk-blues di stampo tradizionale, si tingono di psichedelia per sfociare in sfumature a tratti malinconiche, a tratti romantiche o addirittura epiche, e dove la voce profonda e sofferta del cantante si divide equamente il palco con gli assoli che magistralmente prendono vita dal violino, in una sintonia davvero notevole. Completano la scena gli altri 3 componenti del gruppo: Roberto Leone alla chitarra e mandolino, Marco Di Nicolantonio (anche lui ex Fasten Belt) alle percussioni e batteria, Giancarlo Cherubini al basso. Dopo l’opening act affidato al duo Rubacava Sessions, i cinque prendono posto sul palco. Al cospetto di un cospicuo pubblico nonostante il meteo avverso, aprono la loro esibizione con un set acustico. I primi brani della session sono tutti appartenenti all’ultimo lavoro pubblicato, il suggestivo “Mexico City Blues”, interamente strumentale ed ispirato all’omonimo mason ohio singles libro di uno dei massimi esponenti della beat generation, Jack Kerouac. La musica accompagna la lettura (a cura di Paola Rotella) di alcuni brani del libro, gettando le basi di un viaggio emozionale, che tocca nel profondo, attraverso una melodia che si rivela perfetta per questo tipo di lirica.
Scaldata la platea, i 2Hurt sono pronti per la fase due dove, lasciato l’unplugged passano ad un sound più viscerale ed elettrico, che vede protagonista il loro lavoro del 2012 “Heaven Isn’t Gold” considerato attualmente il disco della completa maturità artistica. Il pubblico è travolto da suoni capaci di trasportare la mente ai confini di un paesaggio onirico, dove la voce di Bertozzi e il violino della Senatore ci ammaliano con un’iniziale dolcezza che si trasforma strada facendo in qualcosa di più ambiguo, con venature tra il mistico e il luciferino. Il gruppo nel suo insieme si dimostra davvero capace nel reggere l’esecuzione di brani musicalmente complessi con la stessa intensità dall’inizio alla fine, senza mai un calo di tono, per quasi un’ora e mezza di concerto. Dopo gli ultimi due pezzi, tratti dal disco di esordio “Words in Freedom”, arriviamo alla fase dei bis. Prendono posto sul palco i due piccoli figli d’arte del batterista, rispettivamente alla batteria (appunto) e al basso, per eseguire un pezzo insieme alla band “Throwing my dog a bone”. In chiusura i 2Hurt rendono omaggio a due punti di riferimento della storia della musica: il bluesman Blind Lemon Jefferson con la sua “See that my grave is kept clean” e una coinvolgente versione di “I’m waiting for the man” che riapre la ferita causata dalla recente scomparsa di Lou Reed.
Usciamo dal locale dopo i saluti, pronti ad affrontare nuovamente la pioggia ma riscaldati nell’animo, soddisfatti e grati per la serata.
Live report Claudia Giacinti
Foto di Giancarlo Fiori
Scaletta
1-Days of Wine and roses (Mexico City Blues)
2-Watching you sleep (Mexico City Blues)
3-Untravelled (Mexico City Blues)
4-El Peyote (Mexico City Blues)
5-Medicine Man (Heaven isn’t gold)
6-Lost soul seattle eastside singles groups train (Heaven isn’t gold)
7-Help me on the run (Heaven isn’t gold)
8-Leave this town (Heaven isn’t gold)
9-The Purple Paradise (Mexico City Blues)
10-Every day it’s gonna teenagers in serious dating relationship rain (Words In Freedom)
11-Walking through the fields (Words In Freedom)
12-Throwing my dog a bone (Heaven isn’t gold)
13-I’m waiting for the man (Velvet Underground)
14-See that my grave is kept clean (Blind Lemon Jefferson)
mi ha portato un amico di amici.una vera sorpresa avere in città simili band,fotografia della serata precisa da parte vostra
Grazie Maria Luisa. Viene facile scrivere quando la serata merita.