Roma 10 aprile 2008, Circolo degli Artisti
Le apparenze ingannano. Mesi ad aspettare l’esordio romano della band di Liverpool, idoli teenageriali e presenza fissa in ogni programma televisivo o radiofonico che si rispetti, un paio di singoli diventati in breve anthemici. Le prospettive di una serata memorabile c’erano tutte, il Circolo pieno di ragazzi entusiasti che a malapena arrivano ai vent’anni, la band che entra in scena sulle note dei Culture Club illuminati da colorate luci da discoteca. E poi ? Le apparenze ingannano. A salire sul palco sono tre ragazzi che avranno pure facce simpatiche e danno la sensazione di divertirsi, ma da lì a produrre uno spettacolo all’altezza ce ne passa. In un’ora (scarsa) di concerto, la maggior parte del tempo è utilizzato per accordare le chitarre (se hai cinque chitarre e due roadie da palco, com’è possibile fare pause fisse di cinque minuti per accordarle tra un pezzo e l’altro ?) ottenendo il risultato di rendere il continuum del set completamente inesistente.Però una cosa in comune i pezzi dei Wombats la hanno : sono tutti uguali. Cominciano con riff accattivanti, proseguono con una strofa e sfociano in un ritornello in cui bassista e batterista fanno i controcanti in falsetto. Tutti così. Una buona produzione in studio nasconde questo difetto, ma dal vivo i nodi vengono al pettine. Qualche pezzo si salva, Moving to New York, Let’s dance to Joy Division e Backfire at the disco. Si salva soprattutto il pubblico entusiasta che balla e canta a memoria tutti i pezzi. Il resto è tutto da rivedere, un giorno (lontano) magari diventeranno la band migliore del pianeta, di certo l’impatto romano è stato sconcertante. Ripensando alla prestazione degli Enemy di qualche tempo fa, stesso luogo, stessa formazione a trio, non ci sono paragoni. Tanto concreti, divertenti ed entusiasmanti i primi, tanto evanescenti ed a tratti indisponenti i Wombats.
La riflessione finale è sulle major discografiche e le loro scelte politiche di promozione. Solo così si può spiegare il successo di una band simile. Speriamo di essere smentiti presto. Intanto, le apparenze ingannano.
Recensione by Attilio
Apr 222008
c’ero anch’io al concerto e sono pienamente d’accordo con te. Hanno suonato troppo poco e troppe pause tra una canzone e l’altra. per fortuna che sono entrato gratis!!!!
[…] personalit ben introdotte nel settore (Fausto Marchionni, ad di Fonsai, gruppo assicurativoThe Wombats: L'efficacia di una buona promozione SlowcultLe apparenze ingannano. Mesi ad aspettare l'esordio romano della band di Liverpool, idoli … Le […]