Roma, Teatro Argentina 15-18 novembre 2012
CREATIVITA’ è la parola che subito sale alla labbra e alla testa vedendo lo spettacolo “Refuse the hour” di William Kentridge, ospite per alcuni giorni al Teatro Argentina per il Romaeuropa Festival. Creativo infatti è il suo autore al di là di ogni immaginazione poichè Kentridge è classificabile come un artista estremamente eclettico sia nel campo visivo che nel campo teatrale. Ha spaziato nella sua carriera dai disegni all’animazione, dalle sculture ai film, dal teatro di figura a quello musicale e di parola.
Tutte queste esperienze confluiscono armonicamente in “Refuse the hour” che vede l’artista sudafricano come ideatore e scrittore di testo e libretto, Philip Miller come compositore e Dada Masilo come coreografa-danzatrice di rara felina eleganza.
Lo spettacolo è una chiacchierata sul tema del tempo inteso come categoria ma anche come dimensione esistenziale e affianca alla narrazione verbale dello stesso William Kentridge, per la prima volta sulla scena in un suo spettacolo, contributi sostanziosi musicali, suonati da una piccola orchestra dal vivo, molto spesso accompagnati da cantanti e vocalist, e inserti danzati. Inoltre il già corposo spettacolo si avvale anche di tante macchine sceniche progettate dal nostro utilizzando pezzi di oggetti esistenti di uso comune, e dei suoi tipici video con i suoi disegni animati. A tal proposito è doveroso segnalare che allo spettacolo si affianca anche una mostra-installazione al Maxxi dal 17 novembre fino a marzo.
Tutto insieme per raccontare, con più linguaggi artistici possibili, le tante prospettive che una meditazione sul tempo porta con sé.
Si entra giocosamente in contatto con teorie come quella del tempo assoluto o quella relativistica di Einstein o ancora quella dell’entropia. Ma nonostante i temi siano complicati il tutto scorre via facilmente in un ambiente teatrale caldo tutto in legno, abitato da musicisti che indossano grembiuli da artigiani e da cantanti, attori e danzatori leggeri e colorati.
Sul palcoscenico artisti neri e bianchi si dividono la scena in una performance corale e di immediata simpatia. L’occhio si riempie di bellezza ed energia mentre tanti piani di comunicazione artistica agiscono contemporaneamente rinforzandosi a vicenda. C’è il video che va, i cantanti che cantano mentre i musicisti suonano, Kentridge duetta con la danzatrice e intanto attori muovono alcune macchine sceniche e vocalist declamano liriche giocando a distorcere la voce. E’ troppo?
Lo potrebbe essere se non ci fosse un ideatore così bravo da far sì che ogni elemento compositivo sia al servizio dell’insieme narrativo. In tal modo “Refuse the hour” diventa lo spettacolo degli spettacoli…
Spettacolare!
Recensione di Claudia Pignocchi
Foto di John Hodgkiss