Nov 212008
 

Afterhours, 10 Novembre, New York City

E’ bello ritrovare gli Afterhours in un’atmosfera molto piu’ intima ed “indipendente”, dopo i bagni di folla delle recenti apparizioni italiane. In un attimo tutte le critiche che mi erano balenate in mente negli ultimi tempi si sono volatizzate. Dopo l’ultimo concerto al Tendastrisce a Roma mi iniziava a mancare quella indipendenza che aveva da sempre caratterizzato il gruppo: il passaggio con una major e i concerti nei grandi spazi mi erano sembrati un addio di una band ormai affermata alla lunga gavetta, che li aveva resi cosi’ veri. E invece quella dei piccoli locali è una dimensione di cui non si sono affatto dimenticati. Dimensione che però ormai possono ritrovare solo all’estero. A detta dello stesso Manuel, con cui ho avuto il piacere di scambiare qualche chiacchera prima dell’inizio del concerto, è molto meglio suonare in un locale piccolo davanti a poche persone, che nei grandi palazzetti. Ed in effetti, le loro canzoni assumono tutto un altro senso e la band riesce a offrire il meglio in un’atmosfera più rilassata.
Nonostante il pubblico presente sia prevalentemente italiano, la band presenta i pezzi nella versione in inglese, alternandoli a qualcuno in italiano. La scaletta offre ben 6 tracce provenienti da Ballads for Little Hyenas.
Si parte con la potentissima White Widow, il pezzo con cui gli Afterhours hanno aperto tutti i concerti in terra americana, perfetta per riscaldare il pubblico che si prepara a quello che sarà il concerto: pura energia tossica! Si prosegue nell’ordine e rigorosamente in inglese con le splendide e molto sporche The Thin White Line, It’s just a fever (da I milanesi ammazzano il sabato), Ballad for my little hyena. Quindi come primo pezzo in italiano parte la base synth ritmatissima di Milano Circonvallazione Esterna (da Non è per sempre) e poi si torna all’inglese con la feroce batteria di The Ending is the greater e Sparkle (che in italiano suona Male in polvere).
A questo punto, una sorpresa!!! Sul palco sale il mitico Steve Wynn (ex leader dei Dream Syncate e veterano della scena Paisley Underground, negli anni ’80), insieme alla moglie Linda Pittman. Manuel lo considera uno dei suoi ispiratori e ripetutamente lo ringrazia per la sua presenza. Insieme si cimentano in una splendida ed esplosiva versione di Venus in Furs, dei Velvet Underground. E quindi 2 pezzi storici dei Dream Syndicate: The days of wine and roses e Boston.
Steve saluta ed in italiano tocca a L’Estate e a Neppure carne da cannoni per Dio, tenere viva la serata. Quindi altri 2 pezzi in inglese Judah’s Blood e la versione in inglese de I Milanesi ammazzano il sabato… molto divertente il siparietto su Come vorrei, con Manuel al piano e Roberto Dell’Era (il bassista) a supportarlo nelle note alte, mentre sul palco dettano come amici di vecchia data Enrico Gabrielli e il nuovo acquisto Rodrigo D’Erasmo (che ha rimpiazzato Dario Ciffo, il quale ha scelto di dedicarsi esclusivamente ai Lombroso, il suo duo stile White Stripes).
E si finisce con Bye Bye Bombay (in italiano), sempre meravigliosa, per un’ovazione finale dei non moltissimi presenti assolutamente meritatissima!!!!
Sembrano altri Afterhours, forse quelli degli esordi che non ho mai avuto il piacere di ascoltare dal vivo per motivi anagrafici: quegli After che si conquistavano qualche nuovo fan con concerti in cui davano tutto quello che avevano da dare e anche di più.
Per rendersi conto di questa realtà così diversa da quella italiana basta fare un salto all’interno del loro sito nella pagina in cui si narra dei concerti made in U.S.A. http://www.afterhours.it/it/index.php/2007/10/31/tour-diary-usa-2008/, in cui i racconti sembrano quelli di una band che si deve ancora affermare… ed e’ forse questa la realtà in cui gli Afterhours rendono di più!!! Sarebbe bello poterli ascoltare in questa versione anche in Italia, facendo un tuffo nel passato che li ha resi grandi.


Recensione by Alessandro Lepre, NYC





Scaletta


1. White Widow
2. The Thin White Line
3. It’s just a fever
4. Ballad for my little Hyena
5. Milano Circonvallazione Esterna
6. The Ending
7. Sparkle
8. Venus in Furs (Velvet Underground) con Steve Wynn
9. The Days of Wine and Roses (Dream Syndicate) con Steve Wynn
10. Boston (Dream Syndicate) con Steve Wynn
11. L’Estate
12. Neppure carne da cannoni per Dio
13. I milanesi ammazzano il sabato (in inglese)
14. Judah’s Blood
15. Come vorrei
16. Bye Bye Bombay

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