Nov 132008
 

Il Piccolo di Pietralata – Roma 7 novembre 2008

★★★½☆

Come seconda data di una lunga tournée invernale che percorrerà in lungo ed in largo lo Stivale, Beatrice Antolini ha scelto la dimensione teatrale del Piccolo di Pietralata per presentare a Roma il suo nuovo CD ‘A Due’, uscito il 17 ottobre scorso per la Urtovox.
La scelta è sembrata particolarmente felice, visto che le atmosfere create dall’artista marchigiana sono certamente esaltate dal caldo ed avvolgente ambiente del Piccolo.
La struttura, nata principalmente come realtà di quartiere ideata soprattutto per spettacoli di prosa e di danza, con corsi di recitazione aperti anche ai più piccoli, grazie all’encomiabile iniziativa di Flavia Vitale, ha in cartellone per l’inverno 08-09 una serie di concerti davvero interessanti, tra cui segnaliamo il folk psichedelico di Father Murphy e, soprattutto l’attesissimo live dei Jennifer Gentle del 21 marzo.
Lo spettacolo è lento a decollare, proprio perché siamo ad inizio tour e necessita sicuramente di un po’ di rodaggio, ma col trascorrere dei minuti pubblico e musicisti si sciolgono, entrano più in sintonia e per più di un’ora si va avanti in un crescendo sempre più coinvolgente.
Mentre il nuovo album è stato quasi interamente suonato da lei, dal vivo si fa accompagnare da tre validissimi musicisti, il chitarrista Federico Fantuz, il bassista Francesco Caldura ed Enzo Cimino, alla batteria, percussioni, campane, campanacci ed addirittura la base di un tavolino da bar a mo’ di piatto ‘crash’ dall’effetto particolarmente scenografico.
I brani, asciugati da tutte le sovrapposizioni sonore presenti sul disco, non perdono di efficacia sul palco e costituiscono un vero caleidoscopio di suoni e suggestioni contrastanti: si passa da atmosfere sognanti come nell’arpeggio della suadente ballad ‘Morbidalga’ alle tensioni di ‘Sugarise’ e ‘Funky Show’, dai suoni più urbani e nervosi.
Ma la caratteristica più sorprendente dello show è lo spiazzamento continuo al quale Beatrice porta il suo pubblico: quando il brano sembra aver intrapreso un cammino stabile e rassicurante, ecco un improvviso guizzo che catapulta altrove, dove non ti saresti mai aspettato di capitare e dove la sorpresa e lo stupore sono quelle di un suggestivo luna park musicale. Il brano che meglio sintetizza questa visione è lo splendido ‘A New Room For A Quiet Life’ in cui i ritmi quasi tribali dell’inizio, esaltati dal piano percussivo, lasciano presto il posto ad atmosfere più new-wave, per poi sconfinare in ambiti latini, per poi tornare alle ambientazioni più dark dell’inizio.
I riferimenti più frequentemente usati nel parlare di Beatrice sono Alice nel paese delle meraviglie e Tin Burton: in effetti come la protagonista di Lewis Carroll o come una fatina dark sbucata dai vicoli della città di Jack Skeleton, Beatrice ci conduce nei suoi magici scenari, dove un’improvvisa botola ci fa precipitare in un’altra dimensione, più inconsueta e piacevolmente accogliente della precedente.
I suoni, a volte spigolosi, sono resi caldi ed avvolgenti soprattutto nel basso rotondo e molto sixties ‘à la Hofner’ di Francesco Caldura. Le percussioni di Cimino assecondano ed esaltano l’energia contenuta ma comunque sensuale ed onirica della front-girl.
Il concerto si conclude con le parole dell’artista che candidamente dichiara ‘siete tutti buonissimi’, rivolgendosi al pubblico che la acclama.
Raggiunta nei camerini per un’ intervista in esclusiva, la Antolini conferma la che la sua indole è quella della gazzella che nella savana scarta all’improvviso per scappare dai predatori: non gradisce le etichette che le vengono affibbiate e sfugge da qualsiasi catalogazione di genere.
Ci spiega poi la genesi del suo album, nato in quasi totale isolamento in una stalla adibita a studio tra le colline modenesi; composto, arrangiato e registrato da sola con grande dispendio di energie. Grande importanza, sottolineata anche dal titolo del CD ‘A Due’, ha rivestito la produzione di Marco Fasolo, cantante e chitarrista dei Jennifer Gentle, band con la quale Beatrice si trova in particolare sintonia e con la quale ha collaborato, suonato e probabilmente suonerà nel futuro.
Tra gli artisti con i quali ha avuto l’opportunità di interagire, particolarmente preziosa è stata la collaborazione con i Baustelle: Fancesco Bianconi, frontman e cantante del gruppo rivelazione del 2008, si è dimostrato una persona molto aperta ed attenta a tutto ciò che di nuovo si muove nell’ambito musicale nostrano, dote molto rara in un ambiente i cui gli artisti sono sempre poco collaborativi e scarsamente propensi a mettersi in gioco.
Rivendicando le proprie origini ‘contadine’, ci ha confessato di non amare la vita delle metropoli e che il suo sogno è vivere in campagna, in una casa attrezzata per suonare ed incidere la propria musica. Dopo aver mostrato particolare interesse al sito slowcult, ci ha salutato dandoci appuntamento al prossimo concerto di dicembre al Circolo degli Artisti, dove, con una band allargata a 6 elementi, con un percussionista ed un trombettista ed un mese e passa di collaudo del suo tour, promette altre sorprese ed emozioni.

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Recensione by Fabrizio

 


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